di Miguel Alvarez
L’Esercito brasiliano ha iniziato il dispiegamento di uomini e mezzi in Amazzonia per contrastare gli incendi che hanno spazzato la regione e provocato proteste antigovernative e una protesta internazionale. Sul campo ci saranno 44.000 soldati a cui saranno affiancati aerei militari. “Un’azione senza precedenti”, hanno reso noto i ministri della Difesa e dell’Ambiente illustrando i piani per contrastare i roghi, che al momento sono concentrati su “sei stati brasiliani” che hanno chiesto aiuto federale per contenere le fiamme, ha detto il ministro della Difesa, Fernando Azevedo e che sono: Roraima, Rondonia, Tocantins, Para, Acre e Mato Grosso. La prima missione dell’esercito sarà lo spiegamento di 700 truppe nell’area intorno a Porto Velho, capitale della Rondonia, ha detto Azevedo ai giornalisti di Ap, aggiungendo che i militari useranno due aerei C-130 Hercules in grado di scaricare fino a 12.000 litri (3.170 galloni) di acqua sugli incendi. La corsa allo spegnimento del fuoco è partita dopo ampie critiche alla gestione della crisi da parte del presidente Jair Bolsonaro, che solo ieri ha autorizzato i primi soccorsi. Molto gradita è stata l’offerta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump arrivata via Twitter per aiutare il Brasile a combattere gli incendi.
Gli incendi dell’Amazzonia ora sono diventati un problema globale, che ha aumentando le tensioni tra Brasile e paesi europei che credono che Bolsonaro abbia trascurato gli impegni per proteggere la biodiversità. “Per prima cosa dobbiamo aiutare il Brasile e altri paesi a spegnere questi incendi”, ha detto oggi Macron al G7. L’obiettivo è “preservare questa foresta di cui tutti abbiamo bisogno perché è un tesoro della nostra biodiversità e del nostro clima grazie all’ossigeno che emette e grazie al carbonio che assorbe”, ha detto. La Bolivia e il Paraguay hanno anche lottato per contenere gli incendi che hanno spazzato boschi e campi, in molti casi destinati a liberare la terra per l’agricoltura. Un aereo con sede negli Stati Uniti, il SuperTanker B747-400, sta sorvolando aree devastate in Bolivia per aiutare a spegnere gli incendi e proteggere le foreste. Gli incendi sono comuni in Brasile nella stagione secca annuale, ma quest’anno sono molto più diffusi. Finora quest’anno gli esperti statali brasiliani hanno segnalato quasi 77.000 incendi in tutto il paese, con un aumento dell’85% rispetto allo stesso periodo del 2018.
Madonna, JLo, Di Caprio, Lennon, Stella McCartney hanno lanciato allarmi sui loro profili instagram
Molte le star di Hollywood che hanno pubblicato sul loro profili social, foto della foresta amazzonica in fiamme. Da Madonna, a Jennifer Lopez, a Leonardo Di Caprio, Julian Lennon e Stella McCartney, per citarne alcuni, da anni, gli ultimi tre, con un particolare occhio di riguardo verso l’ambiente.
“Se siamo la prima generazione ad avere la tecnologia, la conoscenza scientifica e l’intenzione globale per creare un reale futuro economico sostenibile per l’intera umanità, noi siamo anche l’ultima generazione che ha davvero l’opportunità di fermare il cambiamento climatico prima che sia troppo tardi”, aveva detto DiCaprio durante un evento annuale organizzato a Saint-Tropez dalla sua fondazione, la “Leonardo DiCaprio Foundation” per la raccolta fondi a sostegno della lotta ai cambiamenti climatici. Insomma DiCaprio non si è fermato alle parole e sfruttando la sua fama è stato uno dei primi a dare il buon esempio. Difatti è stato tra i primi divi di Hollywood a guidare una Toyota Prius ibrida, che ha usato anche per andare agli Oscar, ha acquistato il suo appartamento newyorkese in un grattacielo sostenibile, ha donato un milione di dollari al Wwf per salvare le tigri dall’estinzione e proteggere il loro habitat, ha comprato un’isola sulle coste del Belize, la Blackadore Caye , per salvare le sue mangrovie dalla deforestazione. È entrato nel consiglio di amministrazione di parecchie organizzazioni ambientaliste, tra cui il World Wildlife Fund. E con la sua Leonardo DiCaprio Foundation, oltre all’evento di Saint-Tropez, continua a promuovere decine di cause a favore della natura.
Julian Lennon invece ha fondato la White Feather Foundation nel 2009, un’associazione che si prende a cuore questioni ambientali e umanitarie e in collaborazione con partner di tutto il mondo, aiuta a raccogliere fondi per il miglioramento di tutta la vita per onorare coloro che hanno veramente fatto la differenza. Un’associazione che per Julian, ha un significato particolare che parte proprio dal nome “White Feather”. Una scelta non casuale quel nome per lui che deriva da una conversazione che il piccolo Lennon ebbe una volta con suo padre che gli disse che se fosse morto gli avrebbe fatto sapere che tutto stava andando bene attraverso un messaggio particolare ossia una piuma bianca. Inutile dire che quella frase lasciò perplesso Julian che però non dimenticò quelle parole. E quando durante uno dei suoi reportage fotografici Lennon si recò in Australia (N.d.R.: Julian era andato in Australia per girare il documentario “Whaledreamers”, che poi ha vinto diversi premi nel 2006) e si fermò ad assistere a una cerimonia di una tribù aborigena, ricevendo in dono dal più anziano proprio una penna bianca, quello per lui “fu un istante indimenticabile”.
Poi Julian per aiutare anche i più piccoli a capire il significato della salvaguardia dell’ambiente ha anche pubblicato un libro illustrato per bambini dai tre anni in su. “Touch the Earth“, questo il titolo del primo di tre volumi scritti dal cantante inglese assieme a Bart Davis con l’ausilio dell’illustratrice Smiljana Coh. “Abbiamo fallito miseramente nel badare al nostro ambiente. Penso che questo libro sia un ottimo modo per avvicinare i bambini a comprendere ciò che è in gioco, per educarli e aiutarli a prendere decisioni sulle cose giuste da fare per il futuro”, aveva detto a un reporter di Ap.
E che dire poi di Stella McCartney, affermata stilista di moda, figlia di Paul McCartney. Tutte le sue collezioni sono realizzate interamente senza toccare gli animali (niente test, pelli o pellicce), molta ricerca è effettuata per arrivare a materiali innovativi, il metallo è riciclato e il PVC non è più utilizzato. Quindi per Stella solo accessori e capi di abbigliamento ecologici e cruelty free. E dopo il progetto con “Parley for the oceans” per la salvaguardia degli oceani e con Adidas per la creazione di scarpe da ginnastica fatte di plastica riciclata, Stella McCartney ha deciso di celebrare la sua idea di moda sostenibile inaugurando, a metà giugno del 2018, un negozio di 700 metri quadrati cento per cento sostenibile in Old Bond street, nel pieno centro di Londra.
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