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DOMANI I GRILLINI DA MATTARELLA PER PARLARE DELLA “NUOVA FORMAZIONE”


di Matteo Ciacci

In questi giorni seguire le trattative in corso per formare il nuovo Governo è come andare sulle montagne russe dove si sale con fatica, si arriva al punto massimo per poi scendere altrettanto velocemente. Ieri sera, oltrepassando abbondantemente la mezzanotte, Dem e grillini si erano riuniti ognuno con i propri adepti in vista dell’incontro di oggi tra M5s e Pd, previsto per le ore 11 che poi è saltato. “Torni il dialogo, non c’è tempo da perdere. Il Paese aspetta risposte serie, non ci interessa discutere di posti e poltrone”, è stato l’appello successivo del capogruppo Dem alla Camera Graziano Delrio uscendo dalla riunione con i big del partito. “Non c’è alcun veto” su Conte, ha ribadito Delrio. Poi, alla domanda se Conte debba trattare al posto di Di Maio, Delrio ha risposto: “Qualcuno prenda in mano la situazione. Basta con le ambizioni personali”.

“L’accordo di Governo – affermano i  Dem – rischia di saltare per le ambizioni personali di Luigi Di Maio che vuole fare il Ministro dell’Interno e il Vicepremier. Su questo non sente ragioni e va avanti a colpi di ultimatum”. “Di Maio non ha mai chiesto il Viminale per il M5S. Prima per noi vengono i temi”, precisa M5S. Anche Cacciari ha scritto un post su Fb dicendo ai suoi: “Non abbiate timore, hanno bisogno di voi”. Aggiungendo e precisando durante un’intervista a La7: “Dovrà essere un governo di altissimo profilo oppure verrà pagato sangue da chi lo fa”.

“Se non dicono sì a Conte è inutile vedersi, sono stanco dei giochini”, ha continuato a dire Di Maio ai suoi dopo l’incontro con la delegazione Pd. “La pazienza ha un limite. L’Italia non può aspettare, servono certezze. Aspettiamo una loro posizione ufficiale su Conte”, ha dichiarato il M5S.

Da poche ore però il dialogo tra il M5S e i Dem è ripartito, anche se non si sa verso quale direzione. A mettere la quarta alla trattativa pare sia stata la precisazione arrivata su Di Maio riguardo al fatto che non ha mai chiesto il Viminale. Anche se la Difesa si dà già per scontato che sia la sua. “Un segnale positivo”, per Andrea Marcucci, capogruppo del Partito Democratico al Senato della Repubblica. Mentre per il M5s è stata un “Bene la chiarezza fatta dalla presidenza del Consiglio circa le false indiscrezioni trapelate nelle ultime ore. Al contempo, accogliamo positivamente le parole di apertura di alcuni autorevoli esponenti del Partito Democratico sul ruolo del presidente Giuseppe Conte. Sì a un dialogo sul programma e sui temi. Il M5S vuole innanzitutto parlare di soluzioni per il Paese, in una fase che consideriamo delicatissima a seguito dell’apertura di una crisi che ci vede estranei a ogni responsabilità”.  

Si lavora, quindi, ad un documento unitario: a Montecitorio c’è stato l’incontro tra le due delegazioni per lavorare sui temi di un accordo. Alla riunione i capigruppo alla Camera e al Senato dei due schieramenti, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli per il M5s e Graziano Delrio e Andrea Marcucci per i dem. Con loro i vicepresidenti dei gruppi M5s Francesco Silvestri e Gianluca Perilli e la vicesegretario del Pd Paola De Micheli e il coordinatore della segreteria Andrea Martella. E il lavoro sembra stia dando risultati: “Abbiamo approfondito i punti per una base comune programmatica e li approfondiremo ancora nelle prossime ore”, ha affermato la delegazione del Pd al termine dell’incontro. “È stata una riunione serena, abbiamo approfondito i punti per una base comune programmatica”. Nel frattempo al Quirinale si è svolto un altro giro di consultazioni. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sentito per primo telefonicamente il presidente Emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, poi ha incontrato il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, il presidente della Camera l’onorevole Roberto Fico, il Gruppo Parlamentare Misto del Senato della Repubblica e il Gruppo Parlamentare Misto della Camera dei deputati.

il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati

Il calendario di domani

“C’è stato un buon clima, ma non abbiamo parlato di nomi”, aggiunge Stefano Patuanelli. Ponendo l’accento su un punto: “Il nostro capo politico è Di Maio e si parla con lui”

Parole che suonano come un avvertimento al Pd, ma forse anche ad una certa parte del Movimento: il leader del M5S non è Conte ma Di Maio.

Al Colle, dopo i presidenti di Senato e Camera, è stata la volta di Leu e Civica Popolare che ribadiscono il loro sì al governo. Domani toccherà ai big e, se la trattativa Pd-M5S si concluderà Mattarella incaricherà Conte tra mercoledì sera e giovedì, lasciandogli un certo margine per continuare a lavorare su programma e squadra di governo.

Nelle prossime è presumibile che Pd e M5s arrivino a un accordo di base. Domani i grillini saranno gli ultimi a presentarsi da Mattarella e anche questo non è un caso. Resta, tuttavia, l’alt del Pd all’ipotesi di Di Maio vicepremier: ‘Lo schema non è possibile”. Conte, che oggi si è preso una pausa con il figlio, entrerà ufficialmente in campo solo dopo aver avuto l’incarico dal presidente Mattarella.

Conte ha ricevuto la benedizione anche del presidente americano Donald Trump, che su Twitter gli ha dedicato un intero post, descrivendolo come un uomo che ha lavorato bene con gli Usa e di grande talento.



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