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HONG KONG GOVERNATRICE LAM SOSPENDE IL DISEGNO LEGGE PER L’ESTRADIZIONE, MA I MANIFESTANTI CHIEDONO RITIRO FORMALE


 La governatrice di Hong Kong Carrie Lam mentre ascolta le domande dei giornalisti durante una conferenza stampa a Hong Kong oggi martedì 27 agosto 2019. Lam ha affermato di aver incontrato un gruppo di giovani manifestanti per un pacifico confronto.
(Foto AP / Vincent Yu)

di Chao Zeng

Non ci pensa proprio la governatrice di Hong Kong Carrie Liam a dimettersi. Dopo quasi 3 mesi di proteste pro-democrazia, ritenendo che la fase richieda “responsabilità” e quindi tutto il suo aiuto “per ripristinare legge e ordine”, la Liam non si stacca dalla sedia e nell’ultima conferenza stampa ha ribadito e promesso “tolleranza zero contro la violenza” proseguendo “con la piattaforma di dialogo”.

La leader di Hong Kong oggi ha detto di aver incontrato un piccolo gruppo di giovani manifestanti, “fra quelli che fino ad oggi sono stati protagonisti delle “proteste democratiche” che hanno attanagliato la città e di avere spiegato loro la posizione del governo contestando le lamentele secondo le quali il suo governo starebbe ignorando le loro richieste. “Non si tratta di non rispondere”, ha poi detto ai giornalisti prima di un incontro settimanale con il suo consiglio esecutivo. “Si tratta di non accettare quelle richieste.” Al momento non è chiaro chi abbia già partecipato all’incontro di ieri con lei e i ministri dell’istruzione e degli affari interni. Il quotidiano South China Morning Post, citando una fonte non identificata, afferma che all’incontro abbiano preso parte circa 20 persone tra i 20 e i 30 anni. Lam ha dichiarato che il suo governo ha accettato la richiesta principale del movimento di sospendere il disegno di legge di estradizione, ma i manifestanti ora ne chiedono il ritiro formale. La governatrice ha affermato che sarebbe inaccettabile per il governo aderire alle richieste sotto questa pressione di violenze e ha minacciato nuove azioni di contrasto nel caso in cui la violenza continui. La Cina si è detta infastidita “dalle recenti dichiarazioni dei leader delle nazioni del G7, che hanno chiesto di evitare la violenza a Hong Kong” ricordando che Hong Kong, ex colonia britannica, è stata restituita alla Cina nel 1997. “Abbiamo espresso, collettivamente, profonda preoccupazione per ciò che sta accadendo a Hong Kong”, ha affermato il primo ministro britannico Boris Johnson, dopo l’incontro del G7 in Francia”. Aggiungendo: “Rimaniamo impegnati collettivamente nel quadro” un paese, due sistemi “. Dopo questa dichiarazione il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Geng Shuang ha dichiarato: “Nessun governo straniero ha il diritto di intervenire sulle questioni che riguardano la Cina e Hong Kong. Esortiamo i membri dei paesi del G7 a non immischiarsi negli affari degli altri”.



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