di Patrizia Sinclair
Dopo il Leone d’Oro al regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, Pedro Almodóvar e all’attrice Julie Andrews, amatissima stella del teatro, del cinema e della televisione, indimenticabile nel ruolo di Mary Poppins, stasera alle ore 22, nella Sala Grande (Palazzo del Cinema) della Biennale di Venezia, verrà premiato il grande regista francese di origine greca Costa-Gavras (Z-L’orgia del potere, Missing, Music Box) con il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2019.
La consegna dell’ambito riconoscimento a Costa-Gavras avverrà prima della proiezione in prima mondiale Fuori Concorso del nuovo film da lui scritto e diretto, “Adults in the Room” (Francia, Grecia, 124’) con Christos Loulis, Alexandros Bourdoumis, Ulrich Tukur. “Sono molte le ragioni per le quali Costa-Gavras merita di essere annoverato fra i grandi registi della modernità”, ha detto il Direttore della Mostra Alberto Barbera, “ma una prevale su tutte: l’aver saputo fare della politica un tema affascinante, un soggetto come un altro, da affrontare non fra iniziati consapevoli e già convinti, ma da somministrare al grande pubblico, servendosi di tutti i mezzi che il cinema fornisce per accedere al più grande numero possibile di spettatori. Questo regista, schivo ma determinato, sostiene da sempre che tutti film sono politici. Un modo non solo di sfuggire all’etichetta di regista politico che da sempre gli è stata attribuita – non di rado in maniera polemica e riduttiva – ma per rivendicare la fedeltà tranquilla e sinceramente democratica a un cinema popolare che non rinunci a far riflettere, mettere in discussione, provocare emozioni profonde. Grazie all’indignazione autentica che ispira i suoi film, all’umanesimo profondo che li caratterizza e alla libertà che essi reclamano, Costa-Gavras interroga le nostre debolezze e la nostra arrendevolezza. Come è stato detto, “se ci eravamo addormentati, il suo cinema ci risveglia. E se l’abbiamo perduta, i suo film ci restituiscono la speranza”.
In Adults in the Room, tratto dal libro omonimo di Yanis Varoufakis, a porte chiuse si svolge una tragedia umana. Un tema universale: una storia di persone intrappolate in una rete di potere. La cerchia degli incontri dell’Eurogruppo, che impongono alla Grecia l’austerità. Una trappola claustrofobica senza via d’uscita, che esercita pressioni sui protagonisti e che alla fine li divide. Una tragedia greca nel senso antico. I personaggi non sono buoni o diabolici, ma guidati dalle conseguenze della loro stessa concezione di ciò che è bene fare. Una tragedia dei nostri tempi.
Costa-Gavras (N.d.R. alla nascita Konstantinos Gavras) nato nel 1933 a Loutra-Iraias (in Grecia), a 22 anni migrò verso Parigi per motivi di studio e si iscrisse alla Sorbona prima di essere ammesso all’Istituto nazionale del cinema (IDHEC). Dopo il diploma lavorò come assistente alla regia con grandi registi francesi quali René Clair, René Clement, Henri Verneuil, Jacques Demy, Marcel Ophüls, Jean Giono e Jean Becker. Nel 1965 dirisse il suo primo lungometraggio, Vagone letto per assassini. I suoi film successivi ottennero sempre un grande successo: Z – L’orgia del potere vince due Oscar nel 1969, due premi a Cannes e dozzine di altri premi. Con i suoi film politici, Costa-Gavras ha continuato il suo lavoro tra Francia e negli Stati Uniti dirigendo 20 film, fra cui Il 13º uomo, L’affare della sezione speciale, Missing (Palma d’oro e Premio per il miglior attore a Jack Lemmon nel 1982), Hanna K, Betrayed – Tradita, La confessione, Chiaro di donna, Consiglio di famiglia, La piccolo apocalisse, Mad City – Assalto alla notizia, Music Box – Prova d’accusa, Amen, Il cacciatore di teste, Verso l’eden, Lecapital. Sposato con Michèle Ray dal 1968, padre di tre figli, Alexandre è un produttore mentre Julie e Romain hanno scelto la carriera da regista come il padre. Nel 2018 Costa-Gavras ha pubblicato la sua autobiografia “Va où il est impossible d’aller”. Dal 2007 è presidente della Cinémathèque Française. In una delle sue poche dichiarazioni al pubblico ha detto: “Ho fatto Z, l’orgia del potere, primo, perché sono di origine greca. In secondo luogo, perché sentivo che mi sarebbe piaciuto fare qualcosa. Alcune persone firmano petizioni, altre vanno in strada, io cerco di comunicare qualcosa facendo il regista. Il modo migliore per diventare completamente pazzi è dire “Ok, faremo un film per cambiare la società”, anche se a piccoli passi si può fare sempre qualcosa di buono”. Il premio, quest’anno dodicesimo assegnato alla Biennale di Venezia, negli anni precedenti è stato assegnato a Takeshi Kitano (2007), Abbas Kiarostami (2008), Agnès Varda (2008), Sylvester Stallone (2009), Mani Ratnam (2010), Al Pacino (2011), Spike Lee (2012), Ettore Scola (2013), James Franco (2014), Brian De Palma (2015), Amir Naderi (2016), Stephen Frears (2017), Zhang Yimou (2018).
Piccola chicca, IMDb, il noto sito web di proprietà di Amazon.com che gestisce informazioni su film, attori, registi, personale di produzione, programmi televisivi, e anche videogiochi, lo dà per scomparso dal 1982, ma Costa-Gravas per fortuna è vivo e vegeto.
Scopri di più da WHAT U
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.