Tutti conoscono Eau sauvage, l’eau de toilette che per alcuni anni ha avuto come testimonial Johnny Deep, anche perché diciamolo Deep non passa proprio inosservato. E poi lui come testimonial incarnava per davvero quel legame alla terra che voleva trasmettere lo spot mettendo d’accordo anche i nativi americani. Lo stesso sentimento evidentemente non è riuscito a tradurlo il trailer del nuovo spot, che la società di beni di lusso francese ha lanciato sui Social dove si vede il ballerino dei nativi americani Canku One Star, un membro iscritto della Rosebud Sioux Tribe nel South Dakota, eseguire un’affascinante “Fancy War Dance” che incarna tutta la modernità e la cultura dei nativi americani. Molti gli indigeni che per quel ballo hanno gridato allo scandalo lamentando il fatto che quello spot abbia suscitato tanta indignazione e critiche per l’uso indiscriminato dei simboli della loro cultura. Così ieri Dior ha ha deciso di rimuovere momentaneamente quella pubblicità sull’eau de toilette dagli account di Instagram e Twitter.
Secondo Dallas Goldtooth, indigeno della comunità indiana dei Sioux inferiori nel Minnesota, l’uso, senza il dovuto discernimento, della parola “sauvage” aumenta il livello di ignoranza e razzismo. Mentre invece chiunque dovrebbe essere ben consapevole del significato intrinseco di questa parola e dei valori di questa cultura. Dior ovviamente non è che abbia fatto le cose a casaccio perché per mesi ha lavorato chiedendo la consulenza dell’Association Indian Opportunity, (AIO), un’organizzazione senza scopo di lucro che funge da catalizzatore per le iniziative dei nativi americani che ha sede ad Albuquerque, New Mexico a capo della quale c’è LaDonna Harris, assurta alle cronache quando nel maggio del 2012 decise di adottare Johnny Deep quando lui interpretò il ruolo del compagno nativo americano Tonto nell’adattamento cinematografico della Disney di The Lone Ranger. Un’adozione che non solo diede a Johnny l’opportunità di avere una madre in più, ma anche la chance di diventare un membro onorario della tribù Nation Comanche, tra più inclusive del Nord America, con membri adottivi di varie etnie che hanno raggiunto posizioni di influenza nel 19 ° secolo e oltre. A Deep fu assegnato un nome Comanche, “Mah Woo May”, che significa mutaforma, forse un riferimento alla sua carriera di attore, di cui l’attore dice di esserne sempre molto fiero.
Laura Harris, direttrice esecutiva degli americani per Indian Opportunity , un’organizzazione che ha collaborato con Dior alla pubblicità, ha affermato di comprendere perché la campagna Dior è controversa. Ma, ha aggiunto, “il nome Sauvage è il nome dell’eau de toilette e non lo avrebbero cambiato”. La Harris ha poi aggiunto: “Mi aspettavo delle critiche dai fratelli nativi americani per il nuovo spot conscia del fatto che dietro queste lamentele c’è il timore di una cannibalizzazione di certi valori e proprio per questo motivo ho chiesto e mi sono assicurata che i nativi americani prendessero parte alla produzione, affinché i valori e la filosofia degli indigeni e che le componenti native delle riprese venissero realizzate con gusto e rispetto”. La Harris ha detto che Dior non cambierà il nome della fragranza né annullerà uno scatto commerciale nel sud dello Utah chiamato “We Are the Land” con Depp. I materiali di marketing lo descrivono come un “inno alla Madre Terra” e affermano che l’inclusione del ballerino è pensata per essere un “potente tributo a questa cultura, interpretato con immenso rispetto”. Né Dior, né il manager di Depp, né il ballerino, Canku OneStar, un membro iscritto della tribù Sioux Rosebud nel South Dakota, finora hanno fatto commenti sull’accaduto. Crystal Echohawk, direttore esecutivo di IllumiNative, ha affermato che Dior ha fatto la cosa giusta lavorando con un gruppo di consulenza dei nativi americani, ma ha sbagliato a legare la fragranza alle immagini dei nativi.
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