Ieri il presidente Donald Trump ha improvvisamente deciso di licenziare John Bolton, Consigliere per la sicurezza nazionale, a causa delle forti divergenze di vedute, divenute insanabili sulla gestione di questioni fondamentali riguardanti tutta la politica estera. Così Trump, che prossimamente dovrà affrontare decisioni pressanti e importanti con la Corea del Nord, oltre che che con il leader dell’Iran e dei talebani afghani in primis, ha preferito dargli il benservito, prima che i tavoli di trattativa si surriscaldino. D’altra parte i malumori tra i due sono iniziati da tempo. E Trump pare essere rimasto particolarmente contrariato per le divergenze ulteriormente maturate riguardo i rapporti con la Russia e per quella campagna ideata sotto banco da Bolton all’interno dell’amministrazione e con alleati all’estero per convincerlo a mantenere le forze statunitensi in Siria per contrastare i resti dello Stato islamico e l’influenza iraniana nella Regione.
Lunedì sera Trump ha scritto su Twitter un messaggio a Bolton “dicendogli che i suoi servizi non erano più necessari alla Casa Bianca”. E Bolton, sempre su Twitter, gli ha risposto che avrebbe rassegnato le dimissioni lunedì”. Trump gli ha risposto: ‘Parliamone domani”. E così le dimissioni del segretario al Tesoro sono arrivare sul tavolo del presidente americano martedì mattina. Nella lettera di dimissioni, lunga solo due frasi, Bolton ha scritto: “Caro Signor Presidente, con la presente mi dimetto, con effetto immediato, come assistente del Presidente per le questioni di sicurezza nazionale. Grazie per avermi offerto questa opportunità di servire il nostro Paese. Cordiali saluti, John R. Bolton”. Steven Mnuchin, attuale Segretario al Tesoro degli Stati Uniti d’America, (N.d.R. : sostenitore del progetto di riforma fiscale e della riduzione dell’imposta sulle società), ieri mattina accanto a Mike Pompeo, Segretario di Stato degli Stati Uniti alla Casa Bianca, ha dichiarato: “La visione del presidente sulla guerra in Iraq e quella dell’ambasciatore Bolton era molto diversa”.
Il senatore Chris Murphy, D-Conn. ha espresso la sua preoccupazione ai colleghi di Ap per il turnover nel team di politica estera del presidente. “John Bolton è stata la scelta sbagliata e il lato positivo di questa instabilità è che ci saranno meno persone che sussurrano canti di guerra all’orecchio del presidente”, ha detto Murphy. “Anche il governo iraniano ha salutato la partenza di Bolton con grande sollievo e il portavoce Ali Rabiei ha affermato in tweet che questa scelta di Trump potrebbe aprire la strada a relazioni più calde. “Con il licenziamento del più grande sostenitore della guerra e del terrorismo economico, la Casa Bianca dovrà affrontare meno ostacoli per comprendere le realtà dell’Iran”. Ma Pompeo, per non creare fraintendimenti ha immediatamente dichiarato: “Non credo che nessun leader in tutto il mondo dovrebbe supporre che, poiché qualcuno di noi se ne va, la politica estera del presidente Trump cambierà in modo materiale”.
Ecco l’elenco degli epurati
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