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HASSA BINT SALMAN, PRINCIPESSA SAUDITA, CONDANNATA PER AVERE FATTO PICCHIARE UN IDRAULICO


Hassa bint Salman
ph. Getty Images

di Pascale Hassan

Hassa bint Salman, sorella del potente principe alla corona saudita, Mohammed bin Salman, è stata condannata oggi dal tribunale di Parigi a a dieci mesi di carcere con la condizionale della pena (N.d.R. ossia con la sospensione della condanna) e al pagamento di 10.000 euro di multa per le violenze fatte infliggere dal suo personale ad un idraulico accusato di non essersi comportato bene sul posto di lavoro. Una pena aumentata rispetto a quella prevista dai giudici precedentemente che avrebbe condannato la principessa a 8 mesi di carcere con la sospensione condizionale della pena e al pagamento di 5mila euro di multa. Ma che cosa ha fatto di così grave la principessa? In pratica ha chiesto alla sua guardia del corpo Rani S., (N.d.R. accusato di “furto” di violenza volontaria per l’uso o la minaccia di un’arma” e “di sequestro”) di picchiare un idraulico chiamato per aggiustare delle perdite, che secondo la principessa era da punire perché durante il suo intervento ha osato fare delle foto “seppur per lavoro” nel suo appartamento. Ovviamente in tribunale Emmanuel Moyne, avvocato della principessa e della sua guardia del corpo ha cercato di smorzare i toni dicendo che i suoi clienti “non avevano alcun motivo per attaccare l’artigiano”, al quale, tra l’altro, è anche stata anche proposta una ingente somma di denaro per chiudere il caso, definito comunque un bluff.

Rewind 26 settembre 2016: “Devi ucciderlo, questo cane”

Il 26 settembre 2016, l’artigiano stava lavorando al settimo piano della residenza di proprietà del re saudita Avenue Foch, quando, fu chiamato urgentemente al quinto piano per sostituire il lavandino del bagno vicino alla stanza occupata da Hassa Bint Salman. Il lavoratore ha poi raccontato di avere usato il suo telefono cellulare, come fa sempre in altre occasioni, per fotografare il bagno al solo scopo di ricordarsi la marca e la tipologia dei pezzi da sostituire. La principessa invece ha asserito che quelle non erano foto fatte per lavoro, ma per immortalare lei in abbigliamento “leggero”, motivo per cui poi si è arrabbiata. “Dobbiamo ucciderlo, questo cane, non merita di vivere”, queste le sue parole quando ha ordinato alla sua guardia del corpo di picchiarlo per dargli una lezione. “Ho sentito qualcosa di duro contro la mia testa”, ha riferito poi l’idraulico alla polizia del 16° arrondissement di Parigi alla quale quel giorno ha raccontato di essere stato vittima di una sorta di sequestro, visto che è stato bloccato all’interno del palazzo con le mani legate per ben 21 ore. Oggi al processo gli avvocati della principessa e della sua guardia del corpo hanno cercato di minimizzare l’accaduto. A dichiarare che l’uomo non è mai stato toccato con un dito, l’ex addetto della sicurezza: “In nessun momento, questo signore è stato toccato violentemente”. Una versione impossibile da verificare perché tutto è stato distrutto dallo staff della Principessa il giorno dei fatti. 



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