di Sandra Vitale
L’espansione degli insediamenti ebraici a Gerusalemme est e il reiterato rifiuto di concedere permessi ai residenti palestinesi confinati in quartieri affollati e mal serviti, con circa la metà della popolazione ritenuta a rischio di demolizione delle proprie case sta aumentando smisuratamente il divario e la discriminazione fra residenti ebrei e palestinesi. I dati acquisiti mostrano che i palestinesi che costituiscono oltre il 60% della popolazione a Gerusalemme est, hanno ricevuto solo il 30% dei permessi di costruzione rilasciati dal 1991. Il destino della città, che ospita siti sacri sacri per ebrei, musulmani e cristiani, è al centro di un conflitto decennale. I palestinesi vogliono che Gerusalemme est sia la capitale del loro stato futuro, mentre Israele vede l’intera città come la sua capitale unificata. Le tensioni sono aumentate da quando Trump ha riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele nel 2017 e ha trasferito lì l’ambasciata degli Stati Uniti. Trump, accusato di avere rotto degli equilibri, ha sostenuto che il suo riconoscimento non preclude un accordo definitivo. Ma i palestinesi e i gruppi per i diritti affermano che il suo sostegno sfrenato al governo nazionalista israeliano abbia creato seri danni.
Peace Now, ossia Pace adesso (N.d.R.: ebraico: שלום עכשיו – Shalom Akhshav), il movimento progressista pacifista non-governativo israeliano che si propone di “spingere l’opinione pubblica [israeliana] e convincere il governo israeliano della necessità e della possibilità di giungere a una pace giusta e a una storica riconciliazione con il popolo palestinese e il mondo arabo circostante, basando il suo ragionamento sulla formula “pace in cambio di territori”, ha scoperto e reso pubblico che nei primi due anni di presidenza di Trump, le autorità hanno approvato 1.861 unità abitative negli insediamenti di Gerusalemme est, un aumento del 60% rispetto ai 1.162 approvati nei due anni precedenti. Le cifre mostrano che 1.081 permessi per alloggi di coloni sono stati rilasciati nel solo 2017, il numero annuale più alto mai raggiunto dal 2000. Le cifre mostrano che dal 1991 il comune ha rilasciato 21.834 permessi per unità abitative negli insediamenti ebraici a Gerusalemme est e solo 9.536 per i quartieri palestinesi.
Oggi, circa 215.000 ebrei vivono a Gerusalemme est, per lo più nelle aree abitate che Israele considera quartieri della sua capitale. La maggior parte dei 340.000 palestinesi residenti a Gerusalemme est sono stipati in quartieri sempre più sovraffollati dove c’è poco spazio da costruire. I palestinesi affermano che le spese e la difficoltà di ottenere i permessi li costringono a costruire illegalmente. Peace Now stima che delle 40.000 unità abitative nei quartieri palestinesi di Gerusalemme est, metà siano state costruite senza permessi e quindi a rischio di demolizione. I palestinesi hanno tagliato tutti i legami con l’amministrazione Trump dopo la decisione che ha preso su Gerusalemme e hanno già respinto un piano di pace che il presidente ha promesso di rilasciare, dicendo che l’amministrazione sta marciando a stretto contatto con il governo israeliano di destra. I palestinesi e gran parte della comunità internazionale hanno da tempo visto gli insediamenti come illegali e un grave ostacolo alla pace. Israele afferma che la questione dell’insediamento dovrebbe essere risolta nei negoziati e incolpa la mancanza di progressi a causa dell’intransigenza palestinese.
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