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HONG KONG, POLIZIA LANCIA ACQUA BLU CONTRO I MANIFESTANTI PER IDENTIFICARLI


di Chao Zeng

Ancora scontri a Hong Kong. Centinaia di manifestanti stamattina si sono radunati davanti alla sede del Consolato britannico a Hong Kong chiedendo a gran voce il sostegno della comunità internazionale alla loro protesta e mobilitazione per le riforme democratiche. I dimostranti però questa volta invece di sventolare le bandiere americane hanno optato per quelle britanniche cantando qualche strofa di ‘God Save the Queen’, alternandole a cori di protesta “Gb salva Hong Kong” per chiedere aiuto questa volta al Regno Unito, per il semplice fatto che Hong Kong è stata una colonia britannica dal 1841 al 1997 e successivamente è tornata sotto il dominio cinese. Migliaia di manifestanti, in gran parte vestiti di nero, hanno sfidato il divieto della polizia di Hong Kong, partecipando alla marcia pro-democrazia partita dall’area dello shopping di Causeway Bay e diretta verso Central, la zona delle sedi governative e istituzionali.

(ph. AP / Vincent Yu)
(ph. AP / Vincent Yu)
(Foto AP / Kin Cheung)

Così nel 15/mo weekend consecutivo di proteste, le principali strade nel cuore dell’ex colonia sono state bloccate, mentre i centri commerciali hanno dovuto chiudere prima del tempo a causa di possibili tensioni e scontri tra attivisti e polizia in tenuta antisommossa. Centinaia di manifestanti hanno poi preso di mira il complesso degli uffici governativi, lanciando mattoni e bombe a benzina attraverso le barriere della polizia. La polizia ha risposto sparando raffiche di gas lacrimogeni e usando camion di cannoni ad acqua con sostanze chimiche e liquido blu che li ha aiutati a identificare i trasgressori. “Sento che questo è il nostro dovere. Il governo vuole bloccarci con il divieto, ma voglio dire che la gente non avrà paura ”, ha detto un manifestante, Winnie Leung, 50 anni ad Ap. Le autorità ospedaliere hanno riferito che otto persone sono rimaste ferite durante il giorno, di cui tre in gravi condizioni. Le proteste sono iniziate a giugno dopo il tentativo della governatrice Carrie Lam Cheng Yuet-ngor di fare passare un disegno di legge legato al tema dell’estradizione che molti hanno interpretato come una pericolosa e potenziale arma nelle mani dei cinesi, perché avrebbe consentito alla Cina di chiedere che alcuni sospetti criminali venissero processati nella Cina continentale. Tra le richieste dei manifestanti anche l’elezione diretta dei leader politici cui spetta il compito di governare Hong Kong, che in pratica significa ‘didimissioni’ per la Lam, e dei rappresentanti della polizia.




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