Giulio Lolli, ‘il pirata delle truffe’, ex patron della società Rimini Yacht, è stato condannato all’ergastolo in Libia per terrorismo e fiancheggiamento del gruppo estremista separatista. Secondo quanto riporta oggi il Corriere Romagna l’ex patron di “Rimini Yacht“, latitante da anni, era finito nei guai perché riconosciuto colpevole di avere fiancheggiato il gruppo armato islamista “Consiglio rivoluzionario della Shura di Bengasi”. Al tribunale sono state presentate come prove delle foto in cui Lolli si troverebbe a bordo di imbarcazioni adibite al trasporto di mezzi militari e di armi, al fianco di esponenti di primo piano della fazione osteggiata da chi attualmente detiene il potere a Tripoli. Lolli, secondo l’accusa, avrebbe messo dei pescherecci a disposizione dei ribelli. Da parte sua l’ex patron di Rimini ha ammesso di essersi occupato della manutenzione e riparazione delle barche in uso al gruppo, ma di averle guidate solo per soccorrere persone o portare medicinali. In aula avrebbe riconosciuto di essersi occupato dell’addestramento dell’equipaggio, negando però di essere a conoscenza di eventuali attività illegali. I familiari sperano nelle vie diplomatiche per far rientrare Lolli in patria. Su di lui pende ancora un mandato di cattura internazionale. Finito al centro di vari processi, a Rimini, dopo una lunga indagine coordinata dal pm Davide Ercolani, per associazione per delinquere, truffa, falso e appropriazione indebita a San Marino è stato condannato a febbraio 2015, in contumacia, a cinque anni e sei mesi di prigionia e quattro anni e sei mesi di interdizione dai pubblici uffici.
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