Il gip di Roma, Andrea Fanelli ha disposto nuove indagini sull’omicidio di Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin uccisi il 20 marzo 1994 a Mogadiscio in Somalia, rigettando anche la richiesta di archiviazione dell’indagine sulla morte della giornalista e dell’operatore Rai Mauro Rostagno, ucciso 6 anni prima, per la precisione il 26 settembre 1988, in Sicilia, vittima di un agguato mafioso. Tanti i lati oscuri di queste morti, troppi i depistaggi e le ombre. In totale il giudice chiede alla Procura di approfondire una dozzina di punti che, a suo dire, meritano ulteriori verifiche. In particolare il magistrato, accogliendo in buona parte le istanze presentate dalle parti offese e in particolare quella dei familiari di Ilaria e di Fnsi, Usigrai e Odg, ha disposto che venga ascoltato il direttore dell’Aisi al fine di verificare la “persistenza del segreto” sull’identità dell’informatore di cui si fa riferimento in una nota del Sisde del 1997. Nella relazione dei servizi segreti “emergerebbe il coinvolgimento dell’imprenditore Giancarlo Marocchino nel duplice omicidio nonché in traffici di armi”. Il giudice, inoltre, ha chiesto alla Procura accertamenti in relazione al ritardo con cui è stata trasmessa, nell’aprile del 2018, da Firenze la trascrizione di una intercettazione tra due cittadini somali in cui i due parlando di quanto avvenuto a Mogadiscio affermano che Ilaria “è stata uccisa dagli italiani”. Infine il giudice ha disposto di acquisire atti relativi al fascicolo di indagine sulla morte del giornalista Mauro Rostagno, ucciso dalla mafia nel 1988. Proprio su quest’ultima vicenda il gip chiede ai pm romani di verificare se esistono punti di contatto tra le due storie e spunti su cui potere imbastire nuova attività istruttoria in particolare sul traffico d’armi.
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