di Angela Fonseca
Papa Francesco oggi ha celebrato la Messa nella Basilica di San Pietro con un pubblico diverso dal solito visto che tra la folla erano presenti molti rappresentanti delle popolazioni indigene, alcune con i volti dipinti e con copricapi piumati, oltre a più di 180 cardinali, vescovi e sacerdoti, che indossavano abiti verdi come il papa. Argomento cardine non un generico spunto di alcune letture bibliche, ma gli incendi boschivi che stanno divorando la foresta pluviale amazzonica, che secondo gli scienziati è un baluardo cruciale contro il riscaldamento globale. Il papa, quando era ancora cardinale Jorge Mario Bergoglio in Argentina, redasse il documento finale dell’incontro dei vescovi sudamericani del 2007 ad Aparecida, in Brasile, che identificava l’Amazzonia e le sue popolazioni indigene come minacciate da interessi economici globali e meritevoli del massima attenzione della Chiesa. I più stretti consiglieri di Francesco hanno affermato che il documento di Aparecida è stato per molti versi un progetto per il papato. Sia quello che sia Papa Francesco non è certo uno che lancia il sasso e nasconde la mano quindi c’è da aspettarsi che su questo fronte non mollerà la presa. Anche perché papa Bergoglio ha detto che l’Amazzonia e le sue popolazioni indigene sono il “cuore della chiesa” e ha chiesto ai governi di riconoscere i loro diritti per determinare il futuro della regione.
La Chiesa deve evitare “nuovi colonialismi”: lo ha detto Papa Francesco aprendo il Sinodo sull’Amazzonia. “Quando senza amore e senza rispetto si divorano popoli e culture – ha sottolineato Papa Francesco – non è il fuoco di Dio ma il fuoco del mondo. Eppure quante volte il dono di Dio non è stato offerto ma imposto, quante volte c’è stata colonizzazione anziché evangelizzazione! Dio ci preservi dall’avidità dei nuovi colonialismi”.
“Il fuoco appiccato da interessi che distruggono, come quello che recentemente ha devastato l’Amazzonia, non è quello del Vangelo”, ha aggiunto il Papa. “Il fuoco di Dio è calore che attira e raccoglie in unità. Si alimenta con la condivisione, non coi guadagni. Il fuoco divoratore, invece, divampa quando si vogliono portare avanti solo le proprie idee, fare il proprio gruppo, bruciare le diversità per omologare tutti e tutto”, ha concluso Francesco.
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