Si è fatta avanti una seconda talpa per denunciare le pressioni di Donald Trump sull’Ucraina per far indagare i Biden. Lo ha reso noto il suo avvocato, Mark Zaid, alla Abc. Anche il secondo informatore dell’Ucrainagate è un dirigente dell’intelligence, come il primo. Il whistleblower ha informazioni di prima mano, a differenza di quello precedente, la cui denuncia ha fatto scattare l’indagine di impeachment. La nuova talpa ha già parlato con l’ispettore generale dell’intelligence.
La divulgazione di un secondo informatore ora minaccia di minare le tesi sostenute finora da da Trump e dai suoi alleati contro il primo informatore.
Trump e i suoi sostenitori hanno respinto le accuse di aver fatto qualcosa di improprio. Ma la Casa Bianca questa volta ha faticato a trovare una risposta appropriata. Il rappresentante Jim Jordan dell’Ohio e il senatore Lindsey Graham della Carolina del Sud, due dei più forti sostenitori di Trump, hanno fortemente criticato il modo in cui i Democratici alla Camera stanno gestendo l’indagine sull’impeachment. Graham ha detto che non c’era nulla di sbagliato nella telefonata di Trump a luglio durante la quale il presidente ha spinto il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy a indagare sull’ex vicepresidente Joe Biden e suo figlio, Hunter. La conversazione ha sollevato dubbi sul fatto che Trump stesse usando quasi 400 milioni di dollari in aiuti militari americani critici all’Ucraina come leva per ottenere aiuto sulla questione Biden.
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