Alla luce della persistente incertezza nel Regno Unito sulla ratifica dell’accordo di recesso – come concordato con il governo britannico nel novembre 2018 -, uno scenario di un’uscita senza accordo (il “no-deal”) resta un risultato possibile, sebbene indesiderato. Con poche settimane alla data di recesso del Regno Unito dall’Unione europea il 31 ottobre 2019, tutti i soggetti interessati dalla Brexit nell’UE a 27 sono chiamati a prepararsi al meglio per lo scenario di “no deal”. Per seguire e coordinare le attività inerenti la Brexit e, in particolare, il negoziato sull’accordo di recesso e sul quadro delle future relazioni tra l’UE e il Regno Unito e le misure di preparazione e di emergenza per ogni scenario, incluso quello di un recesso senza accordo, il Governo italiano ha istituito a Palazzo Chigi una Task Force per la Brexit.
I preparativi italiani si iscrivono nel contesto del piano collettivo europeo e hanno l’obiettivo principale di garantire, anche con misure legislative:
- la tutela dei diritti dei cittadini italiani che vivono nel Regno Unito e dei cittadini britannici che vivono in Italia,
- la tutela della stabilità finanziaria e della continuità operativa dei mercati e dei settori bancario, finanziario e assicurativo (sia localizzati in Italia, sia nel Regno Unito), anche al fine di evitare rischi di liquidità e di garantire certezza delle transazioni, nonché la protezione di depositanti, investitori e assicurati,
- la promozione di un’adeguata preparazione delle imprese e la gestione di emergenze relative ad alcuni ambiti settoriali come, ad esempio, trasporti, dogane, sanità, agricoltura, ricerca, istruzione e altri settori in cui dovessero essere necessari interventi.
Alla luce dell’incertezza sulla ratifica dell’accordo di recesso, tra dicembre 2018 e giugno 2019, il Governo italiano ha proseguito e accelerato la preparazione allo scenario di un recesso senza accordo.
Il 25 marzo 2019 il Governo ha adottato il c.d. Decreto Brexit (DL 25 marzo 2019, n.22 convertito in Legge del 20 maggio 2019 n.41) per assicurare la stabilità finanziaria e integrità dei mercati, la tutela dei diritti dei cittadini britannici residenti in Italia, nonché il rafforzamento della rete consolare nel Regno Unito e dell’assistenza nei confronti della comunità italiana ivi residente.
E il 10 giugno si è tenuta l’ottava riunione di coordinamento interministeriale a cura della Task Force di Palazzo Chigi, che ha rinnovato l’invito a cittadini, imprese e soggetti interessati ad utilizzare i mesi di proroga sino al 31 ottobre 2019 per prepararsi a qualsiasi scenario, incluso quello di mancato accordo.
Contestualmente è stata pubblicata l’ultima versione del documento “Prepararsi al recesso senza accordo del Regno Unito dall’Unione europea – Informazioni sulle conseguenze e sui preparativi allo scenario di una Brexit senza accordo di recesso (Luglio 2019)”, con aggiornamenti a cura della task force.
Gli aggiornamenti riguardano, tra gli altri, i seguenti settori: diritti dei cittadini e coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, studenti, servizi finanziari, trasporti, settore agroalimentare, mercato interno e assistenza alle imprese (con l’istituzione a Londra di un “Help Desk Brexit” dell’Agenzia ICE).
Il 1 ottobre a Palazzo Chigi si è tenuta una nuova riunione della task force Brexit, durante la quale sono stati discussi gli ultimi sviluppi del dossier Brexit in vista del Consiglio europeo del 17-18 ottobre 2019 e sono state esaminate le misure di messa in sicurezza in caso di uscita senza accordo del Regno Unito dall’Unione europea (il c.d. “no deal”), a tutela di cittadini e imprese. Oggi il presidente del Consiglio Europeo, il polacco Donald Tusk, ha attaccato il primo ministro britannico Boris Johnson scrivendo un tweet molto sferzante, facendo riferimento ai negoziati in corso tra Regno Unito e Unione Europea sulla Brexit: “Boris Johnson, cioè che è in gioco non è vincere qualche stupido gioco di incolparsi a vicenda. È in gioco il futuro dell’Europa e del Regno Unito, così come la sicurezza e gli interessi dei nostri cittadini. Non vuoi un accordo, non vuoi un rinvio, non vuoi revocare, cosa vuoi?”
.@BorisJohnson, what’s at stake is not winning some stupid blame game. At stake is the future of Europe and the UK as well as the security and interests of our people. You don’t want a deal, you don’t want an extension, you don’t want to revoke, quo vadis?
— Donald Tusk (@eucopresident) October 8, 2019
Le motivazioni che possono avere fatto perdere la pazienza a Tusk sono chiare al mondo, quello che non è chiaro è perché Tusk abbia scelto di scrivere questo tweet proprio oggi, a 9 giorni di distanza dalla prossima riunione del Consiglio Europeo e a tre settimane dalla data di Brexit, fissata al 31 ottobre. Il motivo che potrebbe avere scatenato l’ira di Tusk potrebbero essere le indiscrezioni fatte arrivare alla stampa dal governo britannico stamattina, secondo le quali la cancelliera tedesca Angela Merkel avrebbe detto a Johnson che un accordo su Brexit sarebbe praticamente impossibile, nel caso in cui l’Irlanda del Nord non rimanga in maniera definitiva nell’unione doganale (condizione inaccettabile per il governo Johnson).
Scopri di più da WHAT U
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.