di Matteo Ciacci
Il disegno di legge costituzionale che riduce i deputati a 400 dai 630 attuali ed i senatori a 200 dagli attuali 315, è stato definitivamente approvato a Montecitorio con 553 voti a favore, 14 contrari e due astenuti, con grande entusiasmo da parte dei grillini che hanno manifestato grande entusiasmo in aula. “Una riforma storica, una grandissima vittoria per i cittadini italiani”, ha detto Luigi Di Maio davanti alla Camera. “Con questa riforma risparmiamo 300 mila euro al giorno. Una cifra che molti cittadini non riescono a guadagnare nemmeno in una vita. Questa è una loro vittoria, perché è per loro che abbiamo lottato per questo risultato”, ha poi scritto su Facebook.
Sferzante Salvini subito dopo l’approvazione del testo a Montecitorio che ha dichiarato: “A differenza del Pd e dei 5 Stelle, la Lega non tradisce e mantiene la parola data“accusando di incoerenza i grillini per avere fatto nascere il nuovo Governo con il Pd, sempre criticato aspramente e il Pd per avere votato a favore di una riforma per la quale si sono sempre dichiarati contrari.
“La riduzione dei parlamentari è una riforma che il centrosinistra e il Pd portano avanti, in forme diverse, da 20 anni“, si è apprestato a scrivere su Facebook il segretario del Pd Nicola Zingaretti. “Oggi abbiamo deciso di votarlo tenendo fede al primo impegno del programma di Governo e anche perché abbiamo ottenuto, così come da noi richiesto, che si inserisca dentro un quadro di garanzie istituzionali e costituzionali che prima non c’erano. Ecco il motivo del nostro sì, rispetto al no che avevamo dato qualche mese fa. Ora andiamo avanti per migliorare la vita degli italiani”. “Il nostro è diventato un sì perché sono state accolte le nostre ragioni”, ha detto Graziano Delrio, capogruppo Pd alla Camera ai microfoni di Radio Anch’io su Radio Uno. “Noi non dicevamo no in maniera strumentale perché non volevamo ridurre il numero dei parlamentari. Altra cosa è dire che questa riforma è perfetta. Io anche se oggi voterò sì, non dirò che questa riforma è perfetta. Bisogna migliorare ulteriormente il contesto. Noi votavamo no perché non c’era un contesto adeguato, perché questo taglio rischiava di non far rappresentare più alcuni territori. Sei regioni per esempio rischiavano di non avere più senatori. Oppure c’era un rapporto molto squilibrato tra le forze politiche”.
“C’è stato uno scambio di favori tra una parte politica del Governo, che è il M5S che desidera portarsi a casa questa misura, e dall’altra parte quella del Pd e delle sinistre che vogliono portare a casa qualcosa di molto più sconcertante per il bene degli italiani e del nostro territorio: Ius soli, Ius culturae e un tentativo di maggiore apertura rispetto all’accoglienza. Se dovesse emergere questo sarebbe veramente un attentato nei confronti degli italiani”, ha detto l’ex ministro per le disabilità e la famiglia e parlamentare della Lega Alessandra Locatelli.
Anche Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia ha manifestato entusiasmo per il passaggio del testo alla Camera. “I nostri voti sono stati decisivi nel corso dell’iter parlamentare e lo rivendichiamo con orgoglio. Diminuire il numero di deputati e senatori è un primo passo per ridurre la distanza tra i cittadini e il palazzo ma non basta assolutamente. Due i passi da compiere: l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e l’abolizione dell’istituto ottocentesco dei senatori a vita. Su queste due riforme, richieste da anni dai cittadini e sostenute da sempre dalla destra, Fratelli d’Italia lancia un appello a tutto il Parlamento e le forze politiche. Basta perdere tempo”. “È il giorno che aspettiamo da sempre“, ha detto ieri a caldo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. “Con il sì trasversale delle forze politiche alla riduzione dei parlamentari il M5S fa la storia di questo Paese, scrivendo una stupenda pagina di democrazia. Dopo oltre trent’anni di promesse mancate il taglio di deputati e senatori è realtà: inizia una nuova stagione politica, ora al centro ci sono i cittadini”.
Sulla questione che un cambio fosse necessario lo ha detto anche Roberto Giachetti in Aula alla Camera annunciando il proprio sì, per lealtà alla maggioranza, ma annunciando l’intenzione di raccogliere le adesioni dei deputati per chiedere il referendum. “Non c’è dubbio alcuno che il nostro sistema vada riformato, lo si dice da decenni e lo si è tentato di fare, e più andiamo avanti e più il ritardo è colpevole. E’ il taglio dei parlamentari la risposta? E’ evidente che non lo è. Lo sappiamo tutti che la risposta sarebbe il superamento del bicameralismo”.
A favore del taglio dei parlamentari si è espressa anche Forza Italia perché “interpreta una parte del contenuto della riforma del centrodestra del 2005”, ha detto l’onorevole Roberto Occhiuto. “Ci siamo chiesti quale atteggiamento tenere. Avevamo la preoccupazione di essere confusi con M5s: differenziarci dal populismo o rimanere coerenti con i programmi del centrodestra che nel 2005 votò il taglio dei Parlamentari. Fi ha deciso di privilegiare la “coerenza”.
“È una riforma che non porta alcun vantaggio al Paese”, ha sostenuto il capogruppo della Lega alla Camera, Maurizio Molinari, ben consapevole che al testo votato ieri alla Camera mancano aggiustamenti che rendono praticabile la riforma una nuova legge elettorale.
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