Militari del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il supporto operativo dei colleghi di Roma e Milano, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri, hanno dato esecuzione al “Decreto di sequestro preventivo d’urgenza” emesso dal citato Ufficio di Procura, nelle persone del Procuratore Aggiunto Dott. Gerardo Dominijanni e del Sostituto Procuratore Dott. Andrea Sodani, che ha disposto la misura cautelare reale del sequestro finalizzato alla confisca di somme di denaro pari a circa 2 milioni di euro nei confronti di professionisti indagati, a vario titolo, in concorso tra loro, per il reato di bancarotta fraudolenta, perché con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, distraevano e dissipavano il patrimonio della società “Gestione Servizi Territoriale S.r.l.” (G.S.T. S.r.l.) in pregiudizio dei creditori, cagionandone dolosamente il fallimento. Le investigazioni hanno permesso di appurare che “non veniva eseguita alcuna attività di controllo finalizzata alla verifica della effettività delle prestazioni rese, tanto che la GST srl effettuava il pagamento delle fatture nello stesso giorno della loro emissione e/o, addirittura, con un giorno di anticipo”. Emblematico, al riguardo, un contratto stipulato in relazione “all’elevato profilo e alla specifica esperienza professionale” di un avvocato, che, a quella data, non era iscritto all’albo.
“Mala Gestio”, questo il nome dell’operazione della Gdf, ha permesso di accertare come le vicende fallimentari che hanno colpito le società “Multiservizi S.p.a.” e “G.S.T. S.r.l.”, dichiarate fallite tra il 2014 e il 2015, erano da ricondursi ad un ingegnoso meccanismo fraudolento messo a punto da coloro i quali avevano ricoperto contemporaneamente cariche sociali nelle due imprese fallite e in altre ditte a favore delle quali venivano svolte le distrazioni di risorse economiche mediante il riconoscimento di compensi ancorati agli utili anziché alle prestazioni rese. «Tale sistema fraudolento, ha reso possibile l’accaparramento di svariati milioni di euro che, liquidati dal Comune di Reggio Calabria, unico finanziatore della Multiservizi di cui deteneva la quota del 51 % del capitale sociale, prima venivano introitati nelle casse della G.S.T. s.r.l. e poi da queste, confluivano nelle tasche degli indagati, alcuni dei quali ritenuti contigui a cosche di ‘ndrangheta operanti nel centro cittadino quali “Condello”, “Libri”, “Tegano” e “De Stefano», ha precisato il Tenente Colonnello Marco Marricchi.
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