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SÌ AL DEF, NO AD AUMENTO IVA, SÌ A SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E SOCIALE


di Paolo Savoretti

Sì dell’Aula della Camera alla risoluzione di maggioranza sulla nota di aggiornamento al Def, che consente il rinvio del pareggio di bilancio. I voti a favore sono stati 318, 194 i no , due gli astenuti. Molti gli assenti in aula appartenenti ai partiti di maggioranza: 14 deputati del M5s, 5 del Pd, 2 di Leu e uno di Italia Viva.

La seduta è stata sospesa varie volte dal vicepresidente Ettore Rosato a causa delle urla dei deputati della Lega che inneggiavano “elezioni, elezioni” e urlavano frasi dette in passato da Di Maio e da altri esponenti del movimento grillino: “Mai più col Pd” seguite da cori dove all’unisono tutti dicevano “Venduti”.

E’ un voto che preoccupa i partiti di maggioranza, in particolare Pd e Italia Viva, che puntano il dito sul numero dei parlamentari del M5S che hanno “disertato” il voto. “Se tutti avessero fatto come loro adesso ci sarebbe stata la crisi di governo”, si sono lamentati i deputati dei Dem e di Italia Viva.

Che cosa è la nota aggiornamento Def

La Nota di aggiornamento del DEF rappresenta lo strumento attraverso il quale il Governo aggiorna le previsioni economiche e di finanza pubblica del DEF in relazione alla maggiore stabilità e affidabilità delle informazioni disponibili sull’andamento del quadro macroeconomico. Il documento contiene l’aggiornamento degli obiettivi programmatici, le osservazioni e le eventuali modifiche e integrazioni del DEF in relazione alle raccomandazioni del Consiglio dell’Unione Europea relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma, anticipando i contenuti della successiva manovra di bilancio.

Interventi previsti

Per quanto concerne gli interventi previsti nella prossima manovra di bilancio la Nota richiama la disattivazione dell’aumento dell’IVA, il finanziamento delle politiche invariate e il rinnovo di altre politiche in scadenza (tra cui gli incentivi a Industria 4.0), nonché ulteriori misure mirate a stimolare la crescita,  quali la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, il rilancio degli investimenti pubblici, l’aumento delle risorse per istruzione e ricerca scientifica e tecnologica, il sostegno e rafforzamento del sistema sanitario universale.

Le risorse aggiuntive per la riduzione del cuneo fiscale nel 2020 ammontano a 0,15 punti percentuali di PIL, che saliranno a 0,3 punti nel 2021. Nel complesso le risorse per il finanziamento degli interventi previsti dalla manovra di bilancio per il 2020 sono pari a quasi 0,8% del PIL.

 Le coperture saranno assicurate mediante misure di efficientamento della spesa pubblica e di revisione o soppressione di disposizioni normative vigenti, per un risparmio di oltre 0,1 punti percentuali di PIL; nuove misure di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali, nonché interventi per il recupero del gettito tributario, anche attraverso una maggiore diffusione dell’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili, per un incremento totale del gettito pari a 0,4% del PIL; riduzione delle spese fiscali e dei sussidi dannosi per l’ambiente e nuove imposte ambientali, che nel complesso aumenterebbero il gettito di circa lo 0,1% del PIL; altre misure fiscali, fra cui la proroga dell’imposta sostitutiva sulla rivalutazione di terreni e partecipazioni, per oltre 0,1 punti percentuali.

Secondo il Governo lo scenario macroeconomico in cui si muove la Nota tiene conto del marcato rallentamento della crescita che, iniziato nella seconda metà del 2018, si è consolidato a partire dal 2019, nonché del divario tra il prodotto effettivo e quello potenziale (output gap), che si è allargato rispetto all’anno precedente per effetto delle più sfavorevoli condizioni cicliche.

La manovra per il triennio 2020-2022 punta a preservare la sostenibilità della finanza pubblica e a creare al contempo spazi fiscali per completare l’attuazione delle politiche di inclusione e attivazione del lavoro già in vigore, nonchè per rilanciare la crescita economica nel segno della sostenibilità ambientale e sociale (Green New Deal). Più specificamente, per quanto concerne l’aggiustamento strutturale richiesto dalle regole europee, il Governo, nell’ottica di un auspicabile orientamento della politica di bilancio dell’area euro verso uno stimolo alla crescita e tenuto conto della necessità di invertire la tendenza all’aumento del rapporto debito/PIL, punta a un saldo strutturale in rapporto al PIL quasi invariato nel 2020 (+1,4%), con l’impegno a migliorare il saldo strutturale negli anni successivi. Il Governo fa presente che la scelta effettuata contempera l’esigenza di ricondurre verso il basso l’evoluzione del rapporto debito/PIL e di non correre il rischio, soprattutto nel breve periodo, di effettuare politiche pro-cicliche. In un contesto economico ancora debole, in cui dovrebbero presentarsi i primi segnali di ripresa del ciclo internazionale, sarebbe inopportuno dare luogo ad eccessive strette fiscali, per cui misure di portata maggiore rispetto a quelle necessarie per compensare gli effetti sul bilancio della disattivazione delle clausole IVA sarebbero controproducenti.



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