di Colin Anthony Groves
Justin Trudeau ha vinto un secondo mandato come primo ministro del Canada con una maggioranza risicata, al quale già molti non prospettano lunga vita.
Il Partito Liberale di Trudeau ai primi exit polls delle 22,30 di Toronto risultava vittorioso in 146 dei 304 distretti elettorali che avevano riportato i risultati entro le 22:30 di Toronto. Rivolgendosi ai sostenitori, Trudeau ha affermato che la nazione ha votato a favore di un “programma progressista” e ha impegnato il suo governo a combattere per tutti i canadesi, non solo per quelli che hanno votato per lui.
Il partito Nuovo Partito Democratico guidato da Jagmeet Singh, invece ha subito un duro colpo perdendo 24 seggi dai 44 vinti nel 2015. Tuttavia Singh non ha dato alcun cenno di delusione e ha ha affermato che il suo partito continuerà a “svolgere un ruolo costruttivo e positivo nel nuovo parlamento”.
Donald Trump, nonostante lo scorso disastroso incontro dei G7, quello dell’anno scorso in Quebec, avesse descritto Trudeau come un “disonesto” e un “debole”, si è comunque congratulato con il premier per “una vittoria meravigliosa e combattuta duramente”, dicendo che il Canada è stato “ben rappresentato” dal suo leader. Oltre a Trump altri leader mondiali si sono uniti a un coro di congratulazioni per Trudeau, eccetto finora Boris Johnson ed Emmanuel Macron che non hanno ancora fatto alcuna dichiarazione.
Il vero vincitore del voto odierno è stato il Bloc Québécois, (N.d.R. il cui programma del BQ prevede il raggiungimento della sovranità per la provincia del Québec), che ha vinto 32 seggi, triplicando il numero dei seggi conquistati alle elezioni del 2015, diventando il più grande partito dopo i liberali e i conservatori.
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