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REPUBBLICANI FANNO IRRUZIONE IN AULA E BLOCCANO AUDIZIONE DELL’INFORMATORE CHE CON LA SUA DEPOSIZIONE INCASTRA TRUMP


Ecco alcuni repubblicani della Camera riuniti dopo che la Vice Assistente Segretaria alla Difesa Laura Cooper è arrivata a Capitol Hill per offrire la sua testimonianza sull’impeachment contro il Presidente Donald Trump, mercoledì 23 ottobre 2019, a Capitol Hill a Washington. 
(Foto AP / Patrick Semansky)

di Colin Anthony Groves

Ieri, mercoledì 23 ottobre, un gruppo di repubblicani ha interrotto la testimonianza sulle indagini della Vice Assistente Segretaria alla Difesa Laura Cooper, che è arrivata a Capitol Hill per offrire la sua testimonianza sull’impeachment contro il Presidente Donald Trump, facendo irruzione in un’aula durante la sua deposizione a porte chiuse, dove le interviste si svolgono in quello che viene chiamato un Facility Sensitive Compartmented Information Facility, o SCIF, ossia in una stanza sicura dove i membri possono ascoltare informazioni riservate. I democratici hanno detto che la mossa ha compromesso la sicurezza nazionale perché alcuni repubblicani hanno portato con sé dispositivi elettronici non ammessi in quella stanza dove non è possibile accedere con alcun tipo di devices, informazione tra l’altro nota a tutti i membri del Congresso che hanno familiarità con il protocollo di sicurezza applicato in tutto il Campidoglio.

La protesta dei legislatori repubblicani ha catturato l’attenzione nazionale, distogliendo l’attenzione dalla testimonianza della Cooper che ha sempre sostenuto che il presidente Donald Trump abbia offerto aiuti militari all’Ucraina in cambio di informazioni su alcuni importanti politici democratici.

L’udienza, a causa dell’invasione di massa in aula, è stata sospesa e poi, dopo accurati controlli di sicurezza da parte dei funzionari, è ricominciata con circa cinque ore di ritardo, e si è conclusa dopo circa quattro ore.

“Gli alleati del presidente al Congresso stanno cercando di rendere ancora più difficile la cooperazione di questi testimoni”, ha detto Adam Schiff, presidente del comitato di intelligence della Camera.

Per dare il giusto peso ad entrambe le parti ossia a ciò che dichiara Schiff e quello che sostengono i Repubblicani e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, What-u è andato a leggere anche ciò che è stato scritto e pubblicato sul sito dei Repubblicani, dove Schiff, viene descritto come una persona “con comprovata esperienza nel diffondere accuse false sulla millantata collusione di Trump , nel fabbricare trascrizioni (N.d.R. si lascia intendere difformi dalla realtà) mentendo sui suoi rapporti con l’informatore con il quale afferma di avere avuto rapporti, insomma una persona della quale, a detta dei repubblicani, non ci si può fidare e alla quale non si può dare l’incarico un’indagine equa. E in aggiunta a queste dichiarazioni è stato pubblicato pure un video.

Molte ad oggi le dichiarazioni di Schiff.

Il 22 marzo 2017, in un’intervista con Chuck Todd su MSNBC, Schiff aveva dichiarato: “Al momento non ci sono prove circostanziali di collusione di Trump con la Russia per la sua campagna, ma occorrerebbe comunque andare più a fondo”.

Il 2 aprile 2017, Schiff, membro dell’ Intelligence Committee , che all’epoca aveva il compito di svolgere indagini legate alle “interferenza russe nelle elezioni del 2016 degli Stati Uniti” , durante un’intervista alla CNN con Jake Tapper alla domanda: “Ci sono prove di collusione di Trump con la Russia?” Schiff rispose: “Non credo che possiamo dire nulla in modo definitivo a questo punto. Siamo ancora nella fase iniziale dell’indagine. L’unica cosa che posso dire è che sarebbe irresponsabile per noi non arrivare al fondo di questo.” 

Il 24 luglio 2017, su Twitter, Trump scrisse un tweet facendo riferimento a Schiff, definendo l’inchiesta sulla collusione russa “una scusa e una perdita dei dem”. E Schiff rispose su Twitter che i “commenti e le azioni del presidente erano sotto la dignità dell’ufficio”. 

Nel dicembre 2018 Schiff sollevò dubbi sulla testimonianza di un consulente di Trump, Roger Stone, adducendo che la trascrizione della sua testimonianza doveva essere trasmessa al Consiglio speciale. E Stone in quell’occasione rispose che Schiff era “un truffatore” e “pieno di Schiff”.

Da quest’anno, Schiff ossia da è diventato presidente della House Intelligence Committee e ha intrapreso una missione personale per indagare sui collegamenti di Trump con la Russia, separati dall’inchiesta dello Special Counsel, molti sono stati i colpi di scena. Il 28 marzo 2019, i nove membri repubblicani del Comitato di intelligence della Camera hanno ufficialmente chiesto a Schiff di dimettersi “per le sue false accuse” contro il presidente Trump riguardo una sua ipotizzata collusione con i russi nelle elezioni del 2016. Ma Schiff non si è fatto intimorire e ha risposto accusando i membri repubblicani di non avere intenzione di tollerare comportamenti “immorali” e “corrotti” da parte di membri che avevano collaborato alla propagandistica campagna Trump.

Questa non è la prima volta che Schiff rema contro Trump. Dopo l’assassinio (2 ottobre 2018) dello scrittore e giornalista saudita, Jamal Ahmad Khashoggi, precedentemente caporedattore di “Al-Arab News Channel” e di “Al-Arab News Channel”, tra i nomi degli ipotetici mandanti venne inserito anche quello del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Trump appena saputa la notizia fece sapere che non c’erano prove sufficienti della CIA per collegare Bin Salman all’omicidio. E Schiff, informato nel frattempo dalla CIA sulla valutazione di alcune indagini dell’agenzia, dichiarò che Trump era disonesto.

I repubblicani della Camera ora chiedono di votare  per censurare Schiff per i suoi sforzi volti a fuorviare deliberatamente il pubblico. Nel frattempo il New York Times ha scritto che il presidente della House Intelligence Adam Schiff ha ricevuto un resoconto anticipato delle accuse contro il presidente prima che fosse presentata la denuncia ufficiale degli informatori. Lasciando intendere – ma chi ne aveva dubbio – che si tratta di una vicenda davvero complicata, e dove la lealtà degli accusatori viene messa continuamente in dubbio e la lealtà del presidente degli Stati Uniti pure.

I democratici ora negano che i repubblicani vengano trattati ingiustamente, facendo notare che hanno avuto lo stesso tempo e opportunità per interrogare i testimoni e il pieno accesso alle riunioni. Schiff ha ribadito che le audizioni a porte chiuse sono necessarie per impedire ad altri testimoni di nascondere la verità e ha promesso di rilasciare le trascrizioni quando ciò non influirà sulle indagini. Insomma the “show goes on”.



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