“Qualcosa di grande è appena successo”, questo è ciò che ha scritto Trump su Twitter poco dopo la mezzanotte di sabato 26 ottobre dopo essere stato informato che Abu Bakr al-Baghdadi, il leader oscuro del gruppo dello Stato Islamico, l’uomo più ricercato del mondo, è stato ucciso da un’esplosione nel corso di un raid militare americano, effettuato da uno squadrone di otto elicotteri accompagnato da un aereo da guerra appartenente alla coalizione internazionale nella zona di Barisha, a nord della città di Idlib, nell’area nord-occidentale della Siria. Se confermato, il successo di questa operazione potrebbe risollevare le quotazioni di Trump che in seguito al recente ritiro delle truppe statunitensi dalla Siria nord-orientale era stato duramente criticato.
Something very big has just happened!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) October 27, 2019
Gli elicotteri, scrive Ap, hanno preso di mira le posizioni dell’IS con attacchi pesanti per circa 120 minuti, durante i quali i jihadisti hanno sparato contro l’aereo con armi pesanti. L’Osservatorio britannico, che opera attraverso una rete di attivisti sul campo, ha documentato la morte di 9 persone a seguito dell’attacco con elicotteri della coalizione. E fino a poche ore fa non è ancora noto se al-Baghdadi fosse uno di questi, aggiungendo che probabilmente il bilancio delle vittime sarebbe aumentato a causa del gran numero di feriti. La presenza di Al-Baghdadi nel villaggio, che si trova a pochi chilometri dal confine turco è stata una sorpresa ha rivelato una fonte di intelligence. Il comandante delle forze democratiche siriane a guida curda, Mazloum Abdi, ha twittato: “Operazione storica e di successo dovuta a un lavoro di intelligence congiunto con gli Stati Uniti d’America”.
Un alto funzionario della sicurezza irachena ha dichiarato all’Associated Press che l’intelligence irachena ha svolto un ruolo fondamentale nell’operazione.
Al-Baghdadi e sua moglie hanno fatto esplodere i giubbotti esplosivi che indossavano durante l’operazione di commando statunitense, ha detto, sottolineando che lui non è l’unico leader dell’IS morto nell’operazione.
Sulla cattura di Al-Baghdadi, che ha guidato l’IS negli ultimi cinque anni, attirando centinaia di migliaia di seguaci verso un califfato tentacolare e auto-disegnato in Iraq e Siria, pendeva una taglia di 25 milioni di dollari, motivo per cui negli ultimi anni, Al-Baghdadi aveva rilasciando solo sporadiche registrazioni audio, per chiedere ai membri del gruppo estremista di fare tutto il possibile per liberare detenuti e donne dell’IS detenuti in prigioni e campi. Negli Stati Uniti, molti estremisti hanno promesso la loro fedeltà ad al-Baghdadi sui social media, inclusa una donna che insieme a suo marito ha commesso un massacro del 2015 a una festa di San Bernardino, in California. La sua unica apparizione pubblica che tutti ricordiamo è quella del 2014, quando vestito di nero parlò dal pulpito della Grande Moschea di Mosul di al-Nuri esortando i musulmani di tutto il mondo a giurare fedeltà al califfato e obbedirgli come suo leader.
Social media e siti internet legati all’Isis non confermano per il momento la morte di Abu Bakr al Baghdadi ma esortano i seguaci in tutto il mondo a “continuare la jihad anche se la notizia fosse vera” definendo già il loro leader come “martire della guerra santa”. Lo scrive su Twitter Rita Katz, direttore del Site, il sito che monitora il jihadismo sul web.
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