di Colin Anthony Groves
Ieri i leader europei hanno approvato la richiesta del Regno Unito di prorogare di tre mesi il processo Brexit, evitando un’uscita senza accordi con un’opzione per il Regno Unito di anche andarsene prima.
“I 27 leader rimanenti del blocco hanno concordato una “flextension” fino a gennaio 2020″, ha scritto Donald Tusk, presidente del Consiglio dell’UE, su Twitter.
The EU27 has agreed that it will accept the UK’s request for a #Brexit flextension until 31 January 2020. The decision is expected to be formalised through a written procedure.
— Donald Tusk (@eucopresident) October 28, 2019
“Il periodo previsto dall’articolo 50, paragrafo 3, TUE, prorogato dalla decisione del Consiglio europeo (UE) 2019/584, è prorogato ulteriormente fino al 31 gennaio 2020″, afferma il progetto di accordo.”Nel caso in cui le parti di tale accordo completino le rispettive procedure di ratifica e notifichino al depositario il completamento di tali procedure nel novembre 2019, nel dicembre 2019 o nel gennaio 2020, l’accordo di recesso entrerà in vigore rispettivamente il primo del mese del mese in corso”.
Tusk venerdì aveva detto di voler evitare di chiamare i leader a un vertice a Bruxelles per discutere della questione e avrebbe cercato di trovare un accordo unanime per consentire la firma tramite una “procedura scritta”. Ma alla fine non è stato possibile. Tra le certezze dell’accordo c’è il fatto che il blocco non rinegozierà l’accordo di recesso. Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha discusso intensamente con i leader dell’UE nel fine settimana, in particolare con il premier francese contrario a ulteriori proroghe.
Insomma dopo tanti colpi di scena, quello che ora è certo è che il Regno Unito giovedì non lascerà l’Unione europea, nonostante le intenzioni di Johnson di non cedere a ulteriori proroghe. Il primo ministro aveva affermato che la Brexit avrebbe avuto luogo il 31 ottobre, “no ifs, no buts”, senza se e sena ma, e aveva dichiarato che avrebbe preferito essere “morto in un fossato” piuttosto che ritardare la Brexit. Ma il Parlamento lo ha costretto a chiedere una proroga rimandando l’approvazione del suo accordo e così Johnson ha deciso di percorrere un’altra strada, quella delle elezioni anticipate per le quali è stata già prevista una data, quella del 12 dicembre. Tusk nel frattempo ha già avviato la formale procedura scritta per ratificare l’estensione, con una scadenza di 24 ore.”Speriamo che questo si concluda entro martedì o mercoledì”, ha detto il funzionario.
“Non c’è dubbio che stiano per arrivare le elezioni e sono molto felice di affrontarle e combattere, davvero molto felice … una volta che il pericolo di un’uscita senza accordo dall’Unione Europea è stato completamente rimosso dall’equazione”, ha detto il leader dei Labour, Jeremy Corbyn, detto ad una conferenza sindacale in Scozia durante il fine settimana.
Dobbiamo far uscire Boris Johnson dal suo incarico, sbloccare lo stallo in Parlamento e dare alle persone la possibilità di votare per rimanere nell’UE”, ha dichiarato il leader dei liberali democratici Jo Swinson in una nota.
Ieri sera la Camera dei Comuni ha respinto stasera la mozione presentata dal governo britannico di Boris Johnson per ottenere le elezioni politiche anticipate il 12 dicembre. Il mancato sì dell’opposizione laburista ha impedito di raggiungere il necessario quorum dei due terzi, come già in due altre occasioni. Al governo Tory resta però ora la strada di sostenere la nuova proposta di altri 2 partiti d’opposizione, LibDem e Snp, per andare al voto il 9 dicembre modificando a maggioranza semplice da oggi la legge vigente sulle elezioni.
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