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CILE, CONTINUANO LE PROTESTE E PINERA CANCELLA SUMMIT ONU SUL CLIMA


di Colin Anthony Groves

Decine di migliaia di cileni sono tornati in piazza per una nuova ondata di proteste contro il presidente Sebastian Piñera e per chiedere riforme economiche e cambiamenti politici. A Santiago la “Seconda grande marcia” ha radunato 10 mila persone che si sono ritrovate pacificamente su Plaza Italia rinunciando a raggiungere il palazzo presidenziale della Moneda che era presidiato da centinaia di agenti. In altre zone della capitale, come nel quartiere turistico di Santa Lucia, ci sono stati sporadici disordini e sassaiole e le forze dell’ordine hanno usato i lacrimogeni, che hanno toccato il culmine lunedì scorso poche ore dopo l’annuncio di un rimpasto di governo da parte di Piñera, con incendi e saccheggi.

Il motivo è sempre lo stesso combattere contro le diseguaglianze sociali e l’impossibilità economica per molti di poter accedere a tutti quei servizi privati hanno un chiaro impatto sulla qualità di vita dei cileni. Quella cilena è una società che ha lamentato per decenni disuguaglianze economiche e sociali, ignorate dai suoi leader. E ora il popolo ha detto basta.

Le proteste iniziate il 18 ottobre hanno messo in seria difficoltà il presidente cileno Sebastián Piñera e la sua amministrazione, evidentemente impreparati a gestire una protesta di così grandi dimensioni. Alcuni giorni fa durante una conferenza stampa il presidente Piñera ha dichiarato: «siamo in guerra», e al fine di garantire sicurezza e ordine pubblico, ha dichiarato lo stato d’emergenza e approvato il coprifuoco a Santiago e in altre città. Da quel momento la polizia e l’esercito hanno reagito alle proteste con inumana violenza, con cariche, gas lacrimogeni e addirittura armi. E poiché i disordini continuano tuttora, in particolar modo a Santiago del Cile, Piñera in queste ore ha deciso di annullare il vertice Apec di novembre e ha anche annunciato la sospensione del vertice Onu sul Clima che doveva svolgersi a dicembre a Santiago del Cile. La COP25 era prevista fra il 2 e il 13 dicembre, con la presenza di oltre 2.000 partecipanti della maggior parte delle Nazioni del mondo. Una decisione presa con “profondo dolore”, ha detto Piñera , spiegando che la preoccupazione principale del governo ora è quella di “concentrarsi nel ristabilimento dell’ordine pubblico, della sicurezza dei cittadini e della pace sociale”.



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