di Colin Anthony Groves
Il governo britannico ha difeso l’accordo sulla Brexit del Regno Unito con l’Ue dopo le critiche del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha insinuato che l’intesa potrebbe ostacolare i rapporti commerciali tra Regno Unito e Stati Uniti. Il segretario di Stato per l’edilizia abitativa, le comunità e il governo locale, ed esponente di spicco del partito conservatore, Robert Jenrick ha affermato, che il piano del Primo Ministro Boris Johnson è stato un “buon affare” che consente al Regno Unito di “concludere accordi di libero scambio in tutto il mondo”.
Ma non tutti la pensano così. Nigel Farage ha lanciato la sua campagna elettorale generale affermando che il suo partito per la Brexit contesterà tutti i seggi nel paese a meno che Boris Johnson non accetti di abbandonare il suo accordo con l’UE e di firmare per “lasciare un’alleanza”. L’ex leader degli Ukip ha anche elogiato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per il suo intervento in cui ha suggerito che il primo ministro e il partito Brexit dovrebbero formare una partnership. Venerdì, scrive The Guardian, Farage ha dichiarato di avere inviato un messaggio al primo ministro ben chiaro: “Abbandona l’accordo perché non è una vera e propria Brexit questa. Lascia perdere questo affare perché col passare delle settimane le persone capiranno la faccenda in cui ti sei cacciato… e alla gente non piacerà. Semplicemente, perché questa non è la vera Brexit. Quello che stiamo facendo è come “calciare la lattina lungo la strada”. Farage ha affermato che il partito dei pro Brexit avrebbe desiderato una “Brexit pulita”, essenzialmente una forma di non accordo in base alla quale il paese sarebbe passato alle condizioni dell’Organizzazione mondiale del commercio fino a quando non avesse negoziato accordi di libero scambio con l’UE. Alla domanda quale sarebbe il vantaggio di una scelta di questo genere Farage ha risposto: “Cibo più economico, reggiseni più economici, spettacoli più economici, tutto più economico – 12.500 beni di uso quotidiano che acquistiamo – tutto dalla biancheria intima alle scarpe agli alimenti tariffati a causa della tariffa esterna comune e della nostra adesione all’Unione europea” .
Al di là di tutte le osservazioni, anche quelle fatte da Trump che avevano indotto i laburisti ad accusarlo di aver tentato di “interferire” nelle elezioni, quello che è oramai certo è che la Gran Bretagna andrà alle urne il 12 dicembre con la Brexit rinviata al 31 gennaio 2020. Johnson spera di ottenere la maggioranza dei seggi affinché il ‘deal’ venga approvato dal Parlamento. A quel punto Johnson dovrà vedersela con Corbyn, che in caso di vittoria, ha già detto che farà di tutto per indire un altro referendum.
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