Per molti intilolare una strada di Perugia col nome di Meredith Kercher, “Intitoliamo una strada (a Perugia – ndr) a Meredith Kercher”: è la proposta avanzata dalla senatrice del Movimento 5 stelle Emma Pavanelli in occasione del 12/o anniversario dell’omicidio della studentessa inglese. “La cui immagine rimane indissolubilmente legata” a quella del capoluogo umbro sottolinea la parlamentare.
“Ad oggi – afferma Pavanelli – la città non ha mai commemorato a dovere la giovane studentessa, ad esclusione di una borsa di studio all’Università per gli Stranieri in collaborazione con Adisu e il Comune. Ritengo che, per onorare Meredith Kercher, affinché il suo ricordo rimanga vivo nella memoria condivisa della città, il Comune di Perugia potrebbe intitolare una via alla giovane studentessa”.
Stephanie Kercher, 34 anni, ha detto che la famiglia e gli amici si riuniranno nel cimitero di Croydon, nel sud di Londra, per ricordare la sorella di 21 anni uccisa
In una commovente dichiarazione su DailyMail.com, ha affermato che “il 1 ° novembre, il giorno in cui Meredith è stato preso crudelmente da noi, non potrebbe essere più vivido nella mia mente”
Ha aggiunto di sentirsi “delusa dal sistema giudiziario italiano in quanto si è contraddetto”
Alla famiglia, dice, non piace celebrare l’anniversario e preferisce invece festeggiare il compleanno di “Mez” a dicembre
Kercher, una studentessa di scambio dell’Università di Leeds, è diventata oggetto di un processo internazionale per omicidio dopo essere stata pugnalata a morte nel suo appartamento in Italia nel 2007
L’americana Amanda Knox e il suo ex fidanzato italiano Raffaele Sollecito sono stati giudicati colpevoli e successivamente assolti in appello
Sono passati tredici anni da quando la studentessa britannica Meredith Kercher è balzata agli onori delle cronache vittima di un efferato omicidio il 1 novembre 2007 di cui tutt’oggi nessuno conosce l’assassino (o gli assassini) e il movente. Il suo omicidio all’epoca venne giustificato come un triste epilogo di un tentativo di stupro o comunque di un tentativo di efferata violenza sessuale, che portò via per sempre non solo i suoi sogni e i suoi progetti, ma anche quelli di mamma Arline e sua sorella, Stephanie, oggi 36 enne, che tuttora non si danno pace.
Per la sua famiglia il 1 ° novembre 2007 è un appuntamento ancora troppo doloroso da sopportare
Come tutte quelle morti che portano via qualcuno di molto caro senza motivo e spiegazioni. Ma soprattutto senza un colpevole. O meglio un colpevole c’è . L’unico condannato (in concorso con ignoti) per l’omicidio della studentessa Meredith Kercher, è Rudy Guede che lo scorso giugno, nel carcere di Viterbo, dove si è già laureato, da recluso, con 110 e lode in Scienze storiche del territorio e della cooperazione internazionale, ha portato a termine un altro proficuo ciclo di studi terminato con la media del 28 presso la facoltà di Storia e società dell’università di Roma Tre. Viene da domandarsi se il giovane ivoriano si è distinto come detenuto modello e lavoratore modello in una biblioteca del centro per gli studi criminologici di Viterbo, un lavoro esterno al carcere al quale è stato ammesso proprio per la buona condotta, chi può avere ucciso la povera Meredith?
“Quando ho toccato il suo corpo freddo e congelato per l’ultima volta, la determinazione a vivere, la lotta e la lotta che ha messo in campo, nonostante fosse in inferiorità numerica, era evidente” ha dichiarato la sorella Stephanie.
La studentessa americana Amanda Knox (nella foto in arrivo in tribunale) – che all’epoca era coinquilina con Kercher – divenne una delle principali sospette nel processo internazionale di omicidio insieme al suo fidanzato italiano Raffaele Sollecito. I due furono condannati per omicidio e successivamente assolti in appello.
Meredith frequentava un corso universitario di quattro anni alla Leeds University e il suo terzo anno doveva trascorrerlo in una città italiana. Era decisa e irremovibile a vivere come un’italiana. Perugia era l’ideale, per la sua bellezza, cultura, una città a misura d’uomo e ben collegata. E poi Meredith non voleva assolutamente mancare al famigerato festival del cioccolato! Invece i suoi piani sono andati diversamente. Parole amare sono state spese dalla famiglia di Meredith per il docu-film del 2016 su Amanda Knox, processata per due volte e assolta per 2 volte per l’omicido di Meredith Kercher avvenuto nel 2007. È stato presentato al Toronto International Film Festival il 10 settembre 2016 e su Netflix il 30 settembre 2016 al quale ovviamente nessuno dei famigliari di Meredith ha partecipato.
Ora però dopo 13 anni trascorsi nel limbo per la morte di Meredith, mamma Arline e la sorella Stephanie, nonostante abbiano continuato a vivere il loro dolore sempre con discrezione, continuano a chiedere giustizia.
Vogliono conoscere i nomi degli assassini che con tanta ferocia sono riusciti ad uccidere la povera studentessa inglese che si è difesa fino all’ultimo respiro.
Perché non può esserci giustizia se di un omicidio non si trova il colpevole.
Scopri di più da WHAT U
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.