di Patricia Sinclair
La 2a Corte d’Appello del Circuito USA ha bocciato il ricorso di Donald Trump contro la sentenza che lo obbliga a presentare le dichiarazioni fiscali degli ultimi 8 anni alla procura di Manhattan. Secondo la tesi sostenuta dai legali del tycoon, il presidente non può essere perseguito penalmente quindi la richiesta avanzata dai giudici è illegittima. Ma i giudici, nella decisione scritta, hanno affermato di aver deciso solo se un pubblico ministero può richiedere i documenti finanziari personali di Trump mentre il presidente è in carica. La corte d’appello ha dichiarato di non aver valutato se il presidente sia immune da accuse e azioni penali mentre è in carica o se al presidente può essere obbligato a produrre documenti in un procedimento penale statale.
“Riteniamo che qualsiasi immunità presidenziale dal processo criminale statale non blocchi l’applicazione di tale citazione”, ha scritto il giudice capo del 2 ° circuito Robert A. Katzmann. La decisione conferma una sentenza del tribunale di grado inferiore che ha dato torto a Trump riguardo il suo rifiuto a consegnare i suoi registri fiscali dal 2011. L’avvocato di Trump ai tre giudici della corte di appello ha ribadito che Trump è immune dalla legge penale statale anche se spara a qualcuno perché è presidente.
Dello stesso parere non è il procuratore distrettuale di Manhattan Cyrus R. Vance Jr. che continua a sostenere che Trump non è al di sopra della legge anche se gli avvocati del presidente continuano a dire che la Costituzione proibisce agli stati di sottoporre il presidente degli Stati Uniti a un processo penale mentre è in carica. Vance ha dichiarato che i documenti richiesti sono relativi a questioni commerciali e finanziarie piuttosto che ad atti ufficiali di Trump e derivano principalmente dal periodo di tempo prima che diventasse presidente. Ora a Trump resta solo la strada della Corte Suprema.
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