di Pedro Martinez
“Oggi votiamo per rafforzare la democrazia. Da domani lavoriamo al governo”. Lo ha sottolineato il leader socialista e premier ad interim spagnolo Pedro Sánchez parlando con i giornalisti dopo aver votato in un seggio nella municipalità di Madrid poco dopo l’avvio delle operazioni di voto. Sánchez esorta gli spagnoli a recarsi alle urne, dopo una campagna tutta tesa alla richiesta di un mandato chiaro per poter superare l’impasse e governare. Alle domande dei giornalisti sulle possibili coalizioni il leader del Psoe non risponde e tira dritto, scrive Ansa .it: “Aspettiamo che votino gli spagnoli, poi vediamo i seggi”. L’importante, ha rimarcato, è “che gli spagnoli vadano a votare, che si rafforzi la democrazia e che a partire dalla giornata di domani si possa avere la stabilità necessaria per formare il governo e mettere la Spagna in marcia”. Quindi un giorno importante per il Paese perché molti sono coloro che considerano queste elezioni politiche, un appuntamento fondamentale per dare una configurazione netta al Governo. Gli spagnoli chiamati alle urne per scegliere i nuovi rappresentanti alle Corti Generali, sono più di 37 milioni (N.d.R. oltre 2 milioni risiedono all’estero), e un particolare dovranno eleggere i 350 deputati del Congresso, e i 265 senatori del Senato.
Queste elezioni del 10 novembre 2019, che sono le 14° elezioni politiche dall’approvazione della Costituzione del ’78 ad oggi, hanno anche un valore significativo anche perché sono le quarte nel giro di quattro anni e le seconde che si tengono in un solo anno, ossia nel 2019, un fatto mai accaduto prima in Spagna.
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