di Marco Fioravanti
Oggi i commissari dell’Ex Ilva hanno consegnato l’analisi di rischio sull’impianto dell’altoforno 2, come stabilito dal tribunale del Riesame nell’ordinanza dello scorso settembre. E quasi contestualmente è stata presentata l’istanza di proroga per evitare spegnimento degli impianti, che attualmente lavorano alla minima potenza. Difficile al momento fare programmi per il futuro. Anche perché quello che si doveva fare prima, ossia attuare un piano di bonifica, e contestualmente offrire l’opportunità all’azienda di continuare lavorare, preservando la salute dei lavoratori e degli abitanti nei dintorni della fabbrica, non è mai stato fatto e quindi non si può di certo pretendere che si possa fare ora in pochi giorni. Il premier Giuseppe Conte chiede fiducia e dice che “la soluzione in tasca non ce l’ha”. Facendo un lungo elenco dei lavori in corso in carico al Governo. “Stiamo predisponendo misure a sostegno dell’occupazione, della riconversione ambientale, del rilancio dell”Arsenale oltre che progettando un centro di eccellenza di ricerca universitario a Taranto specializzato nella prevenzione di infortuni sul lavoro e malattie professionali, nelle difesa della sicurezza dell’ambiente”, dice. “A breve”, ha dichiarato a Il Fatto in un’intervista di un paio di giorni fa, “ci sarà un nuovo incontro con i titolari, risolutivo per capire che intenzioni hanno per davvero. Mittal ha avviato un’iniziativa giudiziaria con tempi lunghi e noi li anticipiamo con un procedimento cautelare ex articolo 700 del Codice di procedura civile per ottenere dal Tribunale di Milano una verifica giudiziaria sulle loro e nostre ragioni entro 7-10 giorni”. Quindi a maggior ragione oggi fare ipotesi sul futuro, anche imminente è davvero difficile. Come è altrettanto impossibile lanciarsi in previsioni su ciò che potrà accadere qualora ArcelorMittal dovesse realmente abbandonare l’Italia. Quello che è certo è che i prossimi giorni i commissari di Mittal presenteranno un’istanza di proroga per i lavori da effettuare presso l’impianto, che dovrebbero concludersi entro il 13 dicembre: eventualità da sempre considerata fuori da ogni concreta possibilità dalla struttura commissariale. Il che significa molto semplicemente che qualora l’istanza di proroga non venga accettata, e contestualmente fallisse anche il già preannunciato ricorso al Riesame, l’altoforno andrebbe fermato e accompagnato a spegnimento entro il 13 dicembre. Con tutto ciò che quest’evento comporterebbe.
Sempre i commissari straordinari di Ilva in AS, attraverso i loro legali, nei prossimi giorni effettueranno il deposito del ricorso cautelare e d’urgenza per sostenere la mancanza delle condizioni giuridiche per il recesso del contratto di affitto, preliminare all’acquisto, del polo siderurgico con base a Taranto, chiesto da ArcelorMittal con l’atto di citazione depositato ieri in Tribunale a Milano. Il deposito del ricorso dovrebbe essere presentato entro venerdì 15 novembre. La causa civile che ha preso avvio con l’atto di citazione depositato ieri in Tribunale a Milano per chiedere il recesso del contratto di affitto dell’ex Ilva, è stata assegnata dal presidente Roberto Bichi alla sezione A specializzata in materie delle imprese e presieduta da Claudio Marangoni. La prima udienza, come indicato nell’atto di citazione, si terrà a maggio.
Nel frattempo la commissione Finanze della Camera ha giudicato inammissibili gli emendamenti presentati da Italia Viva e Forza Italia per reintrodurre lo scudo penale per l’ex Ilva. In base a quanto si apprende la motivazione sarebbe l’estraneità di materia.
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