di Patricia Sinclair
L’appuntamento con Mario Lavezzi è alle 11. Lo chiamo con 5 minuti di anticipo per parlare di un traguardo importante, i suoi 50 anni di musica scritta, cantata per e assieme a tanti altrettanto famosi artisti del panorama musicale italiano, Per il quarantesimo, nel 2009, Lavezzi, oltre a partecipare al Festival di Sanremo assieme ad Alexia con la canzone ‘Biancaneve’, scritta da Mogol, realizzò un album commemorativo dal titolo ‘A più voci‘, con tutti i duetti contenuti nei suoi precedenti album Voci, Voci 2, Voci e chitarre e Passionalità. Ora per i 50 anni di carriera Mario ha creato un cofanetto celebrativo in uscita per Nar International/Artist First, contenente tre CD e un Vinile da 7” a 45 giri versione “disco tris” (con tre “chicche” risalenti agli albori della carriera, ai tempi dei “Trappers” e dei “Camaleonti”) che contiene ben 58 “suoi successi” in versione originale e un inedito firmato con Franco Califano (“Canti di sirene”), che ripercorrono le sue tre anime artistiche, quella di autore, di produttore e di cantautore. Una sorta di “Greatest Hits” della musica italiana con tanti grandi successi, come se ne trovano pochi in giro. Con una tracklist in ordine rigorosamente cronologico di pubblicazione delle singole canzoni, per guidare chi ascolta in un viaggio musicale dalla fine degli anni ’60 ad oggi. Tutti i brani “raccontati” da Mario con aneddoti e storie legate alla loro realizzazione, da foto di archivio (N.d.R. tratte anche da quello personale di Lavezzi) all’interno di un corposo booklet. Emblematico il titolo “… e la luna bussò“, una canzone che lui compose per Loredana Berté con testo di Oscar Avogadro e Daniele Pace. E a me (N.d.R. che tuttora ricordo con quanto entusiasmo durante la precedente intervista mi aveva parlato della sua prima canzone, ‘Il primo giorno di primavera’, scritta nel 1969), viene subito spontaneo chiedergli perché ha scelto come titolo del cofanetto proprio ‘… e la luna bussò’ e non per esempio il titolo della sua prima canzone. E Mario mi risponde senza esitazione: «Perché questo titolo rappresenta la metafora della vita. Tutto a volte sembra accadere per caso e invece non è così. E quando la vita arriva a bussare alla tua porta, bisogna essere sempre pronti ad aprire. Come ho fatto io anche per celebrare il mio cinquantesimo».
Tu hai composto tanti brani celebri. Come nasce un brano?
«Di solito i brani più belli nascono quando sei più tormentato, quando hai qualche qualcosa di irrisolto dentro di te. Anche un tormento in amore».
Una bella canzone nasce dalla lettura di un testo che ti ispira o da alcune note che cominci a mettere assieme e poi per magia si trasformano in un brano?
«Si parte sempre dalla musica, è difficile che avvenga il contrario anche se con “Vita”, per esempio, che all’inizio si chiamava “Angeli Sporchi”, poi “Cara in te ci credo” e infine “Vita in te ci credo”, la musica è nato dalle parole, o meglio dal racconto autobiografico di un’amica di mia moglie, con un passato burrascoso, di cui Mogol si innamorò follemente. Mogol ha sempre avuto un intuito pazzesco sapeva scegliere le canzoni e trasformò “Vita” in un grande successo».
Cantato dal grande Lucio Dalla…
«Sì da Lucio, una mente illuminata. Lui sapeva scegliere i brani giusti, quelli che avrebbero potuto trasformarsi in un successo. E questo è un dono che non tutti hanno. “Vita”, che firmai con Mogol, era un brano che avevo da un po’ nel cassetto. Poi è arrivato Lucio che non ha avuto il minimo dubbio sulla scelta da fare».
È sempre difficile pensare che un cantante anche compositore possa scrivere un brano e rinunci a cantarlo per offrirlo a un collega. Non è come chiedere a una persona che ha cucinato con le sue mani una buona torta di non mangiarla e darla a un altro?
«Un brano è come un vestito, non può piacere e stare bene a tutti. Ron solo per citare un noto artista, con Dalla compose la musica di ‘Piazza grande” e poi da solo “Attenti al Lupo” due grandi successi che poi cantò Dalla. Un altro esempio… “Dedicato” scritto da Ivano Fossati fu poi cantato da Loredana Berté. La grandezza di un artista sta anche nella sua generosità e capacità di condivisione».
Loredana Berté un’artista che ha segnato la tua vita non solo artisticamente…
«Sì con Loredana c’è stata un’attrazione fisica, mentale , artistica. Mi piaceva la sua estemporaneità, lei ha sempre detto tanto di me che non ero molto fedele in amore, ma anche lei non scherzava. Ricordo quando un giorno di ritorno dalla Giamaica mi fece ascoltare alcuni brani di Bob Marley, Pochi giorni dopo arrangiai “In alto mare”. E fu un grande successo».
Come si fa a capire quando un brano ha i numeri giusti per essere inciso?
«Dalle emozioni che ti fa provare ascoltandolo».
Per realizzare il tuo cofanetto celebrativo quali sono state le prime idee che ti sono venute in mente?
«Cinquant’anni di carriera non sono una passeggiata e quindi ho pensato di mettere assieme tutte le canzoni seguendo un ordine cronologico che non corrisponde solo a una linea temporale, ma anche a un intenso percorso di vita e artistico».
Con la tua musica hai attraversato molte generazioni , negli anni sessanta i giovani erano molto diversi dai ragazzi di oggi e sono solo perché ora siamo più evoluti sotto il profilo tecnologico…
«Sì tutto era più politicizzato, pesato, analizzato… Nel sessantotto e poi negli anni successivi, c’era un impegno politico e sociale diverso».
Un aneddoto legato alla collaborazione con qualche cantante …
«Con Fiorella (N.d.R. Mannoia) avevamo speso molti soldi per la promozione di un disco per il quale ci fu chiesto addirittura di fare gli arrangiamenti a New York. Poi la promozione venne annullata ed io riuscii a liberarla dal contratto discografico in corso e proposi il suo brano ‘Come si cambia’ a un’altra major, la Rca. Il brano, contenuto nel lato A del 45 giri, fu presentato all’edizione 1984 del Festival di Sanremo e pur classificandosi al quattordicesimo posto, ebbe un buon successo di vendite e segnò una svolta importante nella carriera di Fiorella».
LINK CD1_AUTORE:
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LINK CD3_CANTAUTORE:
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LINK VINILE 45 GIRI-DISCO TRIS
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Il tour inizierà nel 2020
Quattro gli eventi in teatro: il 20 gennaio a Milano (Teatro Dal Verme), il 24 gennaio a Bologna (Teatro Duse), il 28 gennaio a Roma (Auditorium Oarco della Musica) e il 31 gennaio a Torino (Teatro Colosseo)
Beh pensavo mi raccontassi per primo un aneddoto sul tuo vissuto con la Berté…
«Loredana è sempre stata speciale in tutto… sapeva stupirti. Non è mai stata scontata. Era spontanea, senza schemi. Una volta si presentò nel mio studio, mentre stavamo provano un brano, in camicia da notte, un’immagine idilliaca».
Chissà se un giorno tornerà la pace tra lei e Renato Zero…
«Sarebbe bello se ciò accadesse. Per lei Renato è stato il fratello che non ha avuto».
Anche Anna Oxa è stata un’artista fuori dagli schemi… Con lei nessun aneddoto da raccontare?
«Si ricordo quando per un suo spettacolo arrivò accompagnata dall’allora compagno Gianni Belleno, (N.d.R. il batterista storico dei New Trolls), che si presentò con una pistola, detenuta con regolare porto d’armi, sotto il maglione. La polizia si allertò immediatamente, lui venne portato in una caserma e quando Anna quando lo venne a sapere andò su tutte le furie. Quella fu una serata difficile…».
Hai lavorato con molti artisti, ma mai con Mina e Celentano…
«In realtà ci fu un tentativo di collaborazione artistica. A Mina proposi il brano “Biancaneve”, che poi io cantai con Alexia a Sanremo nel 2009 e a Celentano proposi “Acqua e sale” ed entrambi mi dissero di no».
Come si intuisce il talento?
«Dall’originalità vocale, dalla timbrica. Mogol ed io spesso partecipiamo come giudici di giuria a molti concorsi».
Con la tua società Nuove Arti hai anche prodotto 5 compilation del talent “Amici” di Maria De Filippi, tra cui “Scialla” e “Amici 9” e hai vagliato tanti i brani circa 4.500…
«E solo 400 sono stati scelti. E’ stato un grande lavoro che mi ha dato grande soddisfazione. Aiutare il talento ad emergere dà soddisfazione».
Dal 2015, sei il promotore del concorso Campusband, dedicato ai cantautori, interpreti e gruppi musicali che si formano all’interno delle scuole superiori e università, un impegno importante. Com’è nata questa idea?
«Dalla voglia di creare un nuovo contesto musicale e offrire un’ulteriore opportunità ai ragazzi di entrare nel mondo della musica».
Hai promosso molte azioni a tutela del diritto d’autore all’interno di associazioni ed istituzioni quali a SIAE, di cui oggi sei Presidente del Consiglio di Sorveglianza. Tra i tanti riconoscimenti ricevuti in ambito istituzionale ricordiamo l’Ambrogino d’Oro (N.d.R.onorificenza conferita dal Comune di Milano). Un grande lavoro il tuo al servizio della musica…
«Nato prima dal cuore che dalla testa».
Nel marzo del 2017 hai promosso una petizione per chiedere la modifica del regolamento del Festival della Canzone Italiana per chiedere che vengano scelte le canzoni da abbinare agli artisti e non accada viceversa. Che cosa è successo dopo?
«Che Claudio Baglioni ha convinto Ornella Vanoni a partecipare alla gara proponendole di cantare il brano ‘Imparare ad amarsi’ di Bungaro e Pacifico. Un grande passo avanti».
Che cos’è per te tutt’oggi la musica?
«Un viaggio dentro l’anima, un’opportunità unica per esprimere dei sentimenti e per comunicare qualcosa che magari in altro modo forse non riuscirei a fare altrettanto bene».
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