di Zhao Liying
L’Alta Corte di Hong Kong ha respinto il ricorso di Joshua Wong, attivista di punta pro-democrazia, contro la richiesta di espatrio per un viaggio in Europa a causa del pericolo di fuga. Lo riferisce un post sull’account di Telegram di Demosisto, il partito da lui co-fondato. Wong, libero su cauzione da fine agosto, è sotto indagine per la partecipazione a manifestazioni non autorizzate. Wong avrebbe dovuto recarsi anche in Italia, ospite il 27 novembre a Milano della Fondazione Feltrinelli. Ieri la polizia di Hong Kong ha eseguito circa 1.100 arresti, in una delle giornate più difficili da quando sono iniziate le proteste pro-democrazia quasi 6 mesi fa. Nel corso delle ispezioni, ha spiegato un portavoce, sono state ritrovate oltre 3.900 molotov nella Chinese University of Hong Kong. Dai suoi laboratori, così come da quelli del Politecnico, sono state portate via pericolose sostanze chimiche.
La governatrice Carrie Lam ha parlato di università diventate “fabbriche di armi”. “Il governo di Hong Kong vuole rispettare il programma sulle elezioni locali per il rinnovo dei consigli distrettuali tenendole il 24 novembre, ma in un contesto di sicurezza”, ha detto la governatrice Carrie Lam nella sua conferenza stampa settimanale.
Le elezioni dipendono dalla “fine delle violenze, in modo che la gente possa esercitare il voto e il personale dei seggi possa raggiungere le postazioni di voto”, ha concluso la Lam.
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