di Colin Anthony Groves
Le accuse nei confronti di Benjamin Netanyahu non sono una novità, come pure la sua difficoltà a guidare il Governo non potendo più contare da tempo su una maggioranza che lo sostenga, ma l’affondo finale a un governo che a stento continua ad andare avanti, lo ha dato il procuratore generale Avichai Mendelblit togliendo qualsiasi dubbio sulla gravità dei reati che Netanyahu a suo avviso avrebbe commesso causando una crisi costituzionale e politica senza precedenti.
L’accusa di Mendelblit
Oggettivamente, non vi era nulla di nuovo nell’accusa pubblica di ieri sera di Mendelblit. La maggior parte dei dettagli erano già stati resi noti, così come le accuse di frode, violazione della fiducia in due casi e in uno, il più grave, di corruzione. Tuttavia, le parole di Mendelblit, particolarmente dure, dopo anni di reticenze, hanno avuto un effetto deflagrante. Netanyahu però continua a non arrendersi all’evidenza dei fatti. “Continuerò a guidare il paese, secondo la lettera della legge”, ha aggiunto accusando la magistratura, la polizia e altri di aver complottato contro di lui con accuse “mosse da interessi politici”.
Ma il procuratore generale Avichai Mandelblit non ha fatto un plissé dopo le sue parole e pur avendo ammesso di aver preso la decisione “con il cuore pesante”, ha anche detto che nessuno è superiore alla legge in Israele. “L’applicazione della legge non è una scelta. Non è una questione di destra o di sinistra. Non è una questione di politica”, ha sottolineato. Parole che arrivano nel bel mezzo di uno scontro politico in Israele a seguito di due inconcludenti elezioni generali di aprile e settembre.
Mercoledì scorso, il rivale di Netanyahu, Benny Gantz, ha dichiarato di non essere stato in grado di formare una coalizione di governo con la maggioranza in parlamento.
Il presidente Reuven Rivlin ieri ha chiesto ai legislatori di mettersi d’accordo per evitare una terza elezione, che rappresenterebbe un fatto senza precedenti in un anno.
Ma quali sono le accuse?
- Netanyahu è stato accusato di frode e violazione della fiducia in questo caso. Si dice che abbia ricevuto regali di alto valore, tra cui champagne rosa e sigari, in cambio di favori per un amico ricco. Netanyahu ha affermato che erano dei segni di amicizia e che non ha agito in modo inappropriato in cambio di essi. Allo stesso modo l’amico nega qualsiasi illecito.
- Netanyahu è accusato di frode e violazione della fiducia in questo caso. È accusato di aver concordato un accordo con l’editore di un importante quotidiano per promuovere la legislazione volta a indebolire un rivale ogni giorno in cambio di una copertura favorevole. L’editore è stato accusato di corruzione e ccome il primo ministro, nega qualsiasi illecito.
- Questo è considerato il caso più grave perché Netanyahu è stato accusato di corruzione, frode e violazione della fiducia. Si sostiene che Netanyahu abbia promosso leggi che hanno favorito una società di telecomunicazioni leader in cambio di una copertura giornalistica favorevole da uno dei suoi siti Web, nell’ambito di un accordo con l’azionista di controllo della società. Il primo ministro ha insistito sul fatto che gli esperti hanno sostenuto le decisioni normative e che non ha ricevuto nulla in cambio. Anche l’azionista, che è stato accusato di corruzione, nega anche le violazioni.
E ora cosa potrà accadere dopo?
Se venisse dimostrato diversamente che il premier è innocente potrebbe rimanere in carica come primo ministro. E se venisse condannato?Netanyahu non sarebbe tenuto a dimettersi fino alla fine del processo di appello, che potrebbe durare anni. Le organizzazioni non governative potrebbero presentare una petizione alla Corte Suprema per costringere il sig. Netanyahu a dimettersi. Le leggi non lasciano dubbi: un ministro del governo accusato di un crimine deve dimettersi o essere rimosso dalla sua carica. Ora gli alleati di Netanyahu in parlamento potrebbero cercare di approvare una legislazione che gli garantisca l’immunità dall’accusa mentre è in carica ma la questione per ora, su qualsiasi fronte, è tutta in salita.
Le ultime tappe di Netanyahu
Netanyahu divenuto nel 1993 leader del partito conservatore Likud, vincendo le elezioni del 1996 si è accaparrato subito due record: quello di essere il più giovane Primo Ministro d’Israele e il primo premier nato in Israele. Dopo aver perso le elezioni del 1999 contro Ehud Barak, Netanyahu per un breve periodo ha ricominciato a lavorare nel settore privato. Tornato in politica nel 2002, ha ricoperto la carica di Ministro degli Esteri (2002-2003) e quella di Ministro delle Finanze (2003-2005) nei Governi di Ariel Sharon. Il 9 aprile 2005 in segno di protesta contro il piano di ritiro da Gaza rassegnò le dimissioni. Il 20 dicembre 2005, dopo che Sharon uscì dal Likud per fondare il nuovo partito Kadima, tornò alla guida del Likud. Dopo le elezioni parlamentari del 2009, dove il Likud ottenne il secondo posto, Netaniahu formò il suo secondo Governo con una coalizione di partiti di destra. Nel 2013 e nel 2015 vinse le elezioni nazionali. Quest’anno sono state due le convocazioni alle urne degli elettori, la prima il 9 aprile e la seconda, il 17 settembre, e in entrambe le tornate elettorali il Likud e i suoi alleati non sono riusciti ad ottenere la maggioranza sufficiente in Parlamento per riformare nuovamente la coalizione di Governo, vista la defezione e opposizione di Avigdor Lieberman, leader di un partito di destra. Netaniahu rimasto intanto premier ad interim, il 25 settembre 2019 riceve l’incarico di formare il governo dal presidente Rivlin dicendosi disposto a formare un governo di coalizione con Benny Gantz, leader del partito Blu-Bianco, per evitare il ricorso alle terze elezioni anticipate in meno di un anno. Poi sono arrivate le accuse del procuratore. Ora tutti aspettano il prossimo passo del premier.
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