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CINA, ANCORA UN MIRAGGIO I DIRITTI DELLA COMUNITÀ LGBT


ph. China Files

Il popolo e i sostenitori dell’LGBT in Cina non hanno vita facile, anche se ultimamente hanno raccolto un crescente sostegno da parte del pubblico cinese, usando i social media per sensibilizzare l’opinione pubblica, anche se affrontano frequenti censure.  Purtroppo però continuano a circolare tante idee sbagliate e molta discriminazione. Un sondaggio del 2015 del Centro LGBT di Pechino ha rilevato che il 35% dei professionisti che curavano la salute mentale in un gruppo campione di quasi 1.000 credeva che essere gay fosse una malattia mentale.  Dal 2001 in Cina l’omosessualità non è più considerata, come in precedenza, una malattia mentale, è stata depenalizzata dal 1997, e ufficialmente vige la “politica dei tre no”: non si approva, non si disapprova, non si promuove.

Hua Zile, caporedattore di un account su Weibo incentrato sulle tematiche LGBT con 1,69 milioni di follower, ha dichiarato di non aver volutamente eccessivamente pubblicizzato la sua campagna a favore dei matrimoni omosessuali sul suo microblog per evitare troppe ripercussioni. Sotto il presidente cinese Xi Jinping, pare che lo spazio di espressione per la società civile e la difesa si sia ridotto. Attivisti per i diritti umani e i loro avvocati sono stati arrestati, mentre la censura su Internet è aumentata. I legislatori cinesi però stanno prendendo in considerazione l’opportunità di fare sposare anche le coppie LGBT, visto che sono poche le protezioni legali disponibili per le coppie dello stesso sesso in Cina. Una parte può chiedere di essere il tutore legale dell’altra parte, ma quei diritti di accompagnamento sono solo una frazione di quelli di cui godono le coppie sposate, ha detto Longarino. In una riunione di agosto, un portavoce della Commissione per gli affari legislativi della Commissione permanente del Congresso nazionale del popolo ha suggerito che il matrimonio tra persone dello stesso sesso non si adatta alla società cinese.”L’attuale sistema matrimoniale cinese è costruito sulla base di un uomo e una donna che diventano marito e moglie”, ha detto Zang Tiewei, direttore del dipartimento di ricerca della Commissione, quando gli è stato chiesto se il matrimonio tra persone dello stesso sesso fosse legalizzato.”Questo regolamento è in linea con le condizioni nazionali della Cina e le tradizioni storiche e culturali”, ha detto Zang. “Per quanto ne so, al momento la maggior parte dei paesi del mondo non riconosce la legalità del matrimonio tra persone dello stesso sesso”.

“Non possiamo raggiungere il cielo in un solo salto”, ha detto Hua ad Ap. “Dovremmo provare a fare progressi passo dopo passo, altrimenti saremo costantemente delusi”.

Eloquente è stata la vicenda di Weibo, che ha attirato molta attenzione mediatica da parte della comunità globale Lgtb, è l’ennesimo esempio di quanto le leggi cinesi, in questo caso quella della cyber security, che richiede un ambiente web armonioso e privo di contenuti violenti in tema di sessualità, portino a una sorta di autocensura da parte anche di colossi come Weibo. Una sorta di soluzione però sembra essere arrivata dopo un articolo sull’episodio apparso sul Quotidiano del Popolo, l’organo ufficiale del partito comunista cinese. Nell’articolo si esprimeva una certa tolleranza nei confronti dell’omosessualità, sottolineando che la volgarità e la violenza dei contenuti oggetto della legge prescindono dall’orientamento sessuale.



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