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PER LOLLI ESTRADATO DALLA LIBIA ORA SI APRONO LE PORTE DEL CARCERE REGINA COELI


di Giulia Panevinci

Giulio Lolli , soprannominato ‘Il Pirata’, l’imprenditore bolognese di 54 anni, detenuto dal 2017 a Tripoli, condannato all’ergastolo in Libia e latitante da 9 anni, è rientrato in Italia. Su di lui pendeva un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice delle indagini preliminari di Roma, Cinzia Parasporo, su richiesta del pm Sergio Colaiocco, che procedeva per i reati di associazione con finalità di terrorismo internazionale e traffico di armi e munizioni da guerra, e sotto l’impulso della Procura della Repubblica di Rimini e quindi del pubblico ministero, Davide Ercolani. Il rimpatrio di Lolli, destinato al carcere romano di Regina Coeli, è stato assicurato dall’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (Aise), che ha curato i rapporti con le autorità libiche nelle varie fasi. Ad eseguire la misura cautelare sono stati questa mattina i carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale (Ros). Secondo l’accusa, Lolli sarebbe stato tra i comandanti del cartello islamista denominato Majlis Shura Thuwar Benghazi. Nell’ambito della stessa organizzazione l’imprenditore avrebbe operato sino all’ottobre 2017 quale “Comandante delle forze rivoluzionarie della marina”. Nel 2010 Lolli e la sua Rimini Yacht finirono in bancarotta, ma un attimo prima dell’arresto l’imprenditore riuscì a fuggire in barca: un lungo giro fino all’approdo in Libia. Arrestato una prima volta, riuscì a fuggire dalle carceri libiche durante la rivoluzione anti Gheddafi: da Pirata si trasformò in Karim appoggiando e lavorando con i ribelli. Nel 2017 è stato arrestato di nuovo con l’accusa di possesso illegale e traffico di armi, truffa e sostegno al terrorismo. A Rimini è indagato per una serie di reati legati al crollo della Rimini Yacht, società leader nel campo della nautica. 



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