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SASKIA JONES, COSÌ SI CHIAMA LA SECONDA VITTIMA UCCISA DA KHAN


di Colin Anthony Groves

Si chiamava Saskia Jones, la seconda vittima della strage del London Bridge, aveva solo 23 anni, era di Stratford-upon-Avon e il giorno in cui Khan l’ha uccisa con un fendente letale, si trovava alla conferenza sulla riabilitazione dei prigionieri, in qualità di volontaria coordinatrice assieme a Jack Merritt, l’altro studente di 25 anni, di Cottenham, nel Cambridgeshire, che ne era il coordinatore, anche lui vittima della furia omicida di Usman. La famiglia della 23enne ha ricordato la ragazza con parole dolci dicendo di lei che aveva un'”influenza divertente, gentile e positiva”, e aggiungendo che era “intenzionata a vivere la vita pienamente”. 

Saskia, scrive il Daily Mail, è morta accanto a Jack Merritt. Un destino impossibile da immaginare fino a qualche ora prima e poi in quell’ambito ossia in una conferenza dove si stava parlando di temi di riflessione sul recupero post carcerario, su cosa fare e da dove cominciare.

Saskia Jones era lì come volontaria, come coordinatrice di un evento progettato per aiutare a riabilitare i prigionieri. Ma evidentemente Khan, come aveva già scritto il giudice di primo grado, nel 2012, che era stato arrestato per avere preso parte alla progettazione di vari attentati terroristici, doveva essere monitorato in modo differente perché era un soggetto considerato “pericoloso” e con la predisposizione a delinquere.

Oggi una delle persone ferite nell’attacco di venerdì scorso, è stata autorizzata a tornare a casa, mentre altre due rimangono in ospedale. 

Jack Merritt con la fidanzata, la studentessa di scienze veterinarie Leanne O’Brien
durante una vacanza a Siviglia

La famiglia di Merritt ha descritto il figlio come un ragazzo “bellissimo e di talento”. “Ha illuminato le nostre vite”, ha detto il padre in una nota a nome della famiglia, “e le vite di molti suoi amici e colleghi, e ci mancherà terribilmente”.   

Un tributo floreale lasciato sulla scena dell’attacco terroristico del London Bridge oggi dice: “Ti amo per sempre, sono così orgoglioso di te”. Ma ora non c’è più tempo per le parole. Johnson ha detto basta alle pene dimezzate. I giudici inglesi che sono già al lavoro e si stanno occupando della revisione di ben 74 casi, per i quali questa volta non ci saranno sconti di pena.

Jack Merritt con i genitori


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