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MES TUTTO RIMANDATO AL 10 DICEMBRE IN PARLAMENTO


di Matteo Ciacci

Braccio di ferro tra il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il responsabile degli Esteri Luigi Di Maio durante il lungo vertice sul Mes, durato ben 4 ore per la parte dedicata al Fondo Salva Stati. “Nulla si deciderà finché non si arriverà in Parlamento il 10 dicembre, quando il presidente del Consiglio verrà a riferire e il Parlamento dovrà approvare una risoluzione”, queste le parole del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “In generale il governo il 4 dicembre, quando parteciperà all’Eurogruppo, quindi prima del passaggio parlamentare, ragionerà in una logica di pacchetto, che significa che per noi non esiste solo il Mes, ma che il Meccanismo di stabilità va valutato nell’ambito di un pacchetto di riforme nelle quali c’è tanto da cambiare, per quanto riguarda l’opinione del M5S”. Vogliamo meccanismi europei che aiutino gli Stati“, ha proseguito il ministro degli Esteri, “che non stritolino gli Stati, e quindi fino al momento in cui il Parlamento non si esprimerà nessuna decisione potrà essere presa, nessuna luce verde potrà essere accesa. Poi il M5S, all’interno della maggioranza, scriverà una risoluzione di maggioranza nella quale chiederà che tutto questo pacchetto venga migliorato in maniera considerevole, perché stiamo parlando dei risparmi degli italiani e di tante cose che interessano gli italiani. Il meccanismo è molto semplice, da qui a quando il premier verrà in Aula e si potranno votare delle risoluzioni ci sono 10 giorni, nel frattempo c’è “l’Eurogruppo del 4 dicembre dove andrà il ministro dell’Economia, dove non potrà dare nessuna luce verde finché il Parlamento non si sarà espresso. Poi qualcuno lo chiama rinvio, qualcuno riflessione, qualcuno lo chiama negoziato senza soluzione definitiva, per me quel che conta è che il Parlamento sia sovrano, si pronunci e si potrà pronunciare intorno al 10 dicembre, prima dell’Eurosummit. Questo pacchetto non è ancora definitivo, ha concluso Di Maio, “finché tutto il pacchetto non sarà chiaro, e non è nulla chiaro, non si può chiudere nessun negoziato, e noi al premier chiederemo in Parlamento che il presidente del Consiglio porti questa posizione all’eurosummit. Se tu hai un pezzo della riforma non puoi capire quali impatti avrà sull’Italia se non conosci gli altri pezzi”.

Intanto Italia Viva si chiama fuori, e diserta il confronto perché “noi non abbiamo nulla su cui litigare”, quindi “se la vedessero tra di loro”. Copyright Matteo Renzi. Alla fine se ne esce con una nota congiunta in cui, oltre a ribadire la necessità che l’Ue segua la logica del ‘pacchetto’, viene messo nero su bianco che “ogni decisione sul Mes diventerà definitiva solo dopo che il Parlamento si sarà pronunciato a partire dalle risoluzioni che saranno approvate l’11 dicembre, in occasione delle comunicazioni che il Presidente del Consiglio renderà in vista del prossimo Consiglio Europeo”. A Gualtieri viene affidato il mandato a trattare per cambiare le cose. Matteo Renzi, leader di Italia Viva sul Mes fa un passo indietro. “Tavolo Mes? Assenti perché stanchi delle liti del Governo”.

L’Esm, lo European Stability Mechanism o Meccanismo europeo di stabilità, è il fondo permanente di salvataggio della zona euro, studiato per garantire la stabilità all’interno dell’eurozona e per sostenere con aiuti finanziari i Paesi in difficoltà, purché questi rispettino alcuni requisiti rigorosi. L’Esm è stato lanciato nel 2012 come successore dell’Efsf, il Fondo europeo di stabilità finanziaria, un veicolo di salvataggio temporaneo creato nel 2010 per soccorrere la Grecia sull’orlo del fallimento

“Bene l’incontro di stasera sul Mes. Nessuna richiesta di rinvio all’Ue, ma un mandato che rafforza il ministro Gualtieri a trattare al meglio l’accordo sul tavolo europeo già dal 4 dicembre“. E’ quanto ha detto il ministro e capo delegazione del Pd a Palazzo Chigi, Dario Franceschini. “Ovviamente sarà poi il Parlamento a pronunciarsi definitivamente sulle decisioni assunte”. “Abbiamo dato un mandato molto forte al ministro Gualtieri a trattare per rappresentare gli interessi nazionali sia sulla parte che riguarda l’unione bancaria sia su miglioramenti sulla parte Mes. Evidente che poi alla fine, come scritto nelle nostre regole, sarà il Parlamento a dare delle linee di indirizzo prima del vertice dei capi di governo”.

Sulla riforma del Mes «qualcuno domani ci deve spiegare se Giuseppe Conte ha firmato con il sangue degli italiani una cambiale che gli serviva a rimanere a Palazzo Chigi. Ritengo che su questo dovrebbe cadere il Governo. Se Di Maio ha un minimo di dignità che gli rimane in corpo non dovrebbe fare proclami ma ha i numeri in aula per far cadere il Governo, è lui a decidere», queste le parole del leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni a Sky TG24. “Di Maio basta proclami, una volta tanto prendi una decisione seria e dimostra che per te gli interessi degli italiani vengono prima delle difesa della tua poltrona. Dichiara che se il Mes viene mandato avanti così il Governo va a casa».

E su Alitalia?

Anche su Alitalia il ministro degli Esteri Di Maio fa le dovute precisazioni; “Su Alitalia siamo tutti d’accordo che vada fatta una norma che permetta alla struttura commissariale di utilizzare il prestito ponte. Tutti siamo d’accordo che dobbiamo dare una chance a questa compagnia, ma è arrivato il momento anche di fare un’azione di responsabilità sugli amministratori”.



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