di Caroline Purdey
Nuovi guai per Harvey Weinstein, che ricordiamo si è sempre dichiarato non colpevole dei reati legati agli abusi sessuali che gli sono stati contestati e per i quali dal gennaio 2020 dovrà tornare in tribunale. Nel frattempo, ma la notizia oramai appartiene alle cronache passate, per evitare il carcere ha pagato una cauzione di milioni di dollari che ovviamente non gli ha ridato la libertà, ma gli ha permesso il lusso di attendere fuori dal carcere l’inizio di un processo che lo vede imputato di presunti gravi reati a sfondo sessuale. Questa volta però non c’è nessuna donna che lo accusa di molestie ma la fonte dei suoi nuovi guai riguarda la presunta manomissione del monitor elettronico alla caviglia che è costretto a indossare per evitare il pericolo di fuga, Weinstein avrebbe lasciato a casa un pezzo della tecnologia di monitoraggio, violando così le regole e le condizioni della libertà vigilata, facendo infuriare il procuratore di New York, Joan Illuzzi, che lo ha fatto riconvocare in tribunale in fretta e furia. Weinstein è stato immortalato all’uscita del palazzo della corte di giustizia piuttosto trafelato con un look particolarmente disordinato.
Weinstein si è dichiarato sempre non colpevole delle accuse di stupro nei confronti di una donna che ha raccontato che il fatto è avvenuto in una stanza d’albergo di Manhattan nel 2013 e di un presunto atto sessuale forzato perpetrato su una donna diversa nel 2006
Al momento le persone accusate di stupro e altri gravi abusi sessuali possono ancora pagare una cauzione o essere messe in detenzione preventiva per il nuovo anno, ma parte della nuova legge impedirà al sistema giudiziario di imporre agli imputati di pagare le tasse per mantenere i sistemi di monitoraggio elettronico. E ciò potrebbe significare che Weinstein, che ha pagato di sua tasca i costi di monitoraggio, dovrà smettere di farlo.
Nel frattempo, poiché la giustizia dovrebbe essere uguale per tutti, tra i cambiamenti che i legislatori d’Oltreoceano hanno deciso di attuare c’è quello dell’eliminazione del pagamento di una cauzione in denaro per evitare il carcere preventivo per la maggior parte dei reati ‘non violenti’.
Le riforme sono state in parte motivate dal caso di Kalief Browder, a cui è stata negata la cauzione dopo essere stato arrestato all’età di 16 anni con l’accusa di aver rubato una borsa, e poi ha trascorso tre anni in custodia prima che il caso fosse archiviato senza processo. E in seguito si è ucciso
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