di Colin Anthony Groves
Il leader del partito laburista Jeremy Corbyn si è scusato domenica per la schiacciante sconfitta del suo partito alle elezioni generali britanniche per non essere riuscito a infondere quella sicurezza verso il futuro che invece era proprio l’obiettivo del suo messaggio politico. Il partito conservatore del primo ministro britannico Boris Johnson alle elezioni si è accaparrato 365 dei 650 seggi alla Camera dei Comuni e i laburisti solo 203, il peggior risultato mai ottenuto dal 1935. Corbyn, 70 anni, si è impegnato smettere i panni del leader, come era ovvio che accadesse, e il suo partito decimato ha iniziato già le manovre per rimpiazzarlo.”Mi dispiace che non abbiamo soddisfatto le aspettative e me ne assumo la responsabilità”, ha scritto Corbyn in una lettera pubblicata sul giornale Sunday Mirror, giornale noto per essere un periodico di sinistra. Corbyn però ha di nuovo colto l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa e incolpare i media britannici per avere divulgato su si lui notizie che hanno danneggiato la sua immagine e di conseguenza anche i suoi piani sul tema lavoro.
“Rimango orgoglioso della campagna che abbiamo combattuto. Sono orgoglioso del fatto che, indipendentemente da quanto siano di livello basso i nostri avversari, ci siamo rifiutati di unirci a loro”, ha scritto Corbyn. “E sono orgoglioso che il nostro messaggio sia stato di speranza, piuttosto che di paura”. Lisa Nandy, membro del Partito laburista britannico ha detto alla BBC che “sta seriamente pensando” di candidarsi per diventare il prossimo leader del partito. E i numeri li ha tutti, visto che è una donna molto determinata di soli 40 anni, e che sicuramente potrebbe essere molto più rappresentativa di quanto lo è stato Corbyn negli ultimi anni. Johnson per ora si gode la vittoria e si è già messo all’opera per completare la prima parte del processo della Brexit ossia completare un accordo di libero scambio completo con Bruxelles entro la fine dell’anno. Al momento nessun patto commerciale è pronto, ma c’è chi dice che il tempismo del premier scongiurerà il pericolo per il Regno Unito di affrontare una partenza economicamente dannosa dall’UE. Tutto però è ancora da vedere.
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