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E SE VIVESSIMO FINO A 150 ANNI?


© Andrii Zastrozhnov/Shutterstock.com

di Frederick Dürech

Si prevede che l’aspettativa di vita continuerà a crescere nei paesi industrializzati, anche in Europa, con l’aumento delle persone che hanno compiuto 65 anni di età. Due scienziati, Lieve Van Woensel e Sophie Millar dello STOA, che è un comitato di membri del Parlamento europeo dedicato a tutte le questioni relative alla valutazione della scienza e della tecnologia hanno così ipotizzato uno scenario nel caso in cui l’aspettativa di vita in Europa aumentasse ulteriormente.  Nel sistema sociale, tecnologico e sanitario i miglioramenti hanno contribuito a considerevoli guadagni di longevità in Europa negli ultimi 100 anni, per esempio, il miglioramento della prognosi e trattamento del cancro e delle malattie cardiovascolari, le vaccinazioni solo per citarne un paio hanno fatto scendere verso il basso i tassi di mortalità dell’intera umanità. Un ulteriore aumento del 50% della durata della nostra vita è improbabile che si verifichi, ma progressi nel rallentamento del processo di invecchiamento resta invece un traguardo possibile. Gli strumenti di ricerca utilizzati negli ultimi decenni non sono stati in grado di catturare appieno la complessità della diversità cellulare. Questo fallimento è in parte dovuto al fatto che molte cellule con funzioni completamente diverse hanno forme simili o producono gli stessi marcatori. Una componente dell’invecchiamento è quella del nostro essere umano, le cellule subiscono un numero finito di repliche o hanno una “durata” limitata, con senescenza cellulare programmata e morte. La manipolazione di questo processo, attraverso la genetica o anche la dieta (si intende quella a restrizione calorica) potrebbe aumentare la longevità. La qualità della vita e l’estensione degli anni di vita in buona salute sono di fondamentale importanza. A livello globale, 6,5 milioni di morti l’anno sono attribuiti al solo inquinamento atmosferico. Anche la riduzione del traffico automobilistico o la circolazione di auto maggiormente rispettose dell’ambiente (ad esempio elettriche o alimentate a idrogenoautomobili) migliorerebbe sensibilmente la qualità dell’aria e potrebbe quindi prolungare l’aspettativa di vita.Impatti e sviluppi potenziali.

E se l’aspettativa di vita in Europa raggiungesse i 150 anni? Una follia pensarlo eppure il tasso di fertilità in calo, già ci fa fare i conti con un drastico cambiamento demografico, con un considerevole spostamento dell’equilibrio verso una popolazione anziana che nel prossimo futuro obbligherebbe la società a tarare tutti i servizi assistenziali su bisogni completamente differenti. E quindi l’aumento e la maggiore qualità dei servizi assistenziali potrebbe aumentare anche la longevità della popolazione. Per assurdo una popolazione sempre più anziana potrebbe comunque obbligare a mantenere alto il livello di produttività anche dopo una certa età e si allungherebbero anche i tempi per andare in pensione, anche se già oggi sembrano troppo lunghi anche a causa di condizioni lavorative non sempre ottimali. Ovviamente per coloro che fanno lavori cosiddetti “usuranti” potrebbe essere previsto un sistema di prepensionamento differente da quello che c’è oggi.

Se la popolazione europea dovesse vivere in media a 150 anni, le condizioni di vita dovranno essere ripensate le sedi residenziali e di lavoro in modo sostenibile per incoraggiare la diversità, l’inclusione e il benessere sociale per tutte le fasce d’età. Le politiche per promuovere un invecchiamento in buona salute sono fondamentali per le popolazioni che vivono meglio a lungo. Questi potrebbero includere:finanziamenti sostenuti per la ricerca sull’invecchiamento in buona salute, la prevenzione delle malattie e le terapie; l’adattamento dell’ ambiente e dei sistemi di trasporto, le tecnologie assistive per promuovere l’indipendenza. I sistemi sanitari, compresa l’assicurazione e la fornitura di cure, potrebbero dover essere reinventati, con un livello superiore. Un maggiore uso di volontari e robot potrebbe aiutare ad alleviare o sostituire il personale. Sarebbero necessari approcci continui e più drastici per promuovere le energie rinnovabili, ridurre l’uso dell’inquinamento e aumentare gli incentivi per una cultura a spreco zero e una vita sostenibile. L’importanza della salute mentale non è rilevante solo per la popolazione anziana, ma in tutte le fasi della vita, in particolare man mano che la fascia di età lavorativa si allarga, con i cittadini che potenzialmente lavorano per molti più anni. Le politiche future potrebbero promuovere un più ampio apprezzamento dei benefici della meditazione e delle tecniche corpo-mente come lo yoga e il tai chi , nonché del ruolo di un’alimentazione sana e della nutrizione. Un’altra area che merita maggiore attenzione è la considerazione dell’eutanasia e l’accesso alla morte assistita.Tali politiche hanno innescato un considerevole dibattito etico e giuridico e hanno importanti implicazioni per la politica. Importanti considerazioni politiche in entrambi gli scenari sono principalmente incentrate sull’estensione della durata della vita sana, il cambiamento il modello di istruzione-lavoro-pensionamento e lo sviluppo di stili di vita eco-consapevoli. L’accesso ai mezzi per vivere meglio a lungo non sarà sostenibile a meno che non sia ugualmente raggiungibile da tutti i gruppi socio.demografici e non dovrà essere determinato dal livello di istruzione, dalla ricchezza, dalla razza, dalle convinzioni, genere o altri pregiudizi. L’alternativa è quella di riprendere a fare figli, e quindi incentrare la società sul necessità fondamentali quali quella della sicurezza del lavoro, implementando la produttività e non come si sta facendo negli ultimi 20 anni continuando a tagliare posti di lavoro e a chiudere fabbriche e industrie. Ma questo è un altro discorso, a cui dedicheremo presto prezioso spazio.



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