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FRANCE TELECOM, DIDIER LOMBARD EX PRESIDENTE E AD, E DUE SUOI EX DIRIGENTI CONDANNATI PER MOBBING


Didier Lombard, ne è stato il presidente e CEO tra il 2005 e il 2010 giudicato colpevole per avere perpetrato per anni mobbing ai danni di molti suoi dipendenti, ora rischia anche il carcere. Nel frattempo però ha chiesto l’appello e quindi per ora le porte del carcere per lui, resteranno chiuse come anche per Louis-Pierre Wenès , suo ex braccio destro e per Olivier Barberot, all’epoca dei fatti, direttore delle risorse umane

di Patrizia Sinclair

Colpevoli per mobbing. Una pratica oramai di grande uso in tante aziende che quando vogliono sbarazzarsi di qualcuno, quasi sempre in mancanza (e proprio per questo) di reali défaillance di un dipendente, ricorrono alle più becere pratiche di condizionamento psicologico allo scopo di umiliare così tanto una persona da portarla nei migliori dei casi alle dimissioni con un misero incentivo, ma spesso anche no, o come è successo in Francia, anche al suicidio.

Ma oggi 20 dicembre 2019 è una giornata speciale per le vittime di mobbing, (e non solo di France Telecom), perché la sentenza tanto attesa dalle numerose vittime, che avevano presentato denuncia nei confronti della società francese, ha condannato tre ex leader di peso, della che all’epoca dei fatti si sono resi colpevoli di un mobbing talmente efferato da portare alcune persone addirittura al suicidio. Il primo Didier Lombard, ne è stato il presidente e CEO tra il 2005 e il 2010, il secondo è Louis-Pierre Wenès, era il braccio destro di Lombard, e il terzo, Olivier Barberot, era il direttore delle risorse umane. Il giudice li ha giudicati colpevoli di “molestie istituzionali” , così come la società, dieci anni dopo un’ondata di suicidi dei dipendenti

I tre imputati sono stati condannati a un anno di prigione, tra cui otto mesi di sospensione condizionale e una multa di 15.000 euro, per aver attuato politiche di mobbing efferato nel periodo 2007-2008 per ridimensionare il numero dei dipendenti di France Telecom. Sono stati, tuttavia, rilasciati per il periodo 2008-2010. France Telecom, che è diventata Orange nel 2013, è stata multata di 75.000 euro, la sanzione massima prevista. Gli altri imputati sono stati giudicati colpevoli di complicità nelle molestie morali

Questa sentenza chiude un processo di tre mesi, che si è svolto presso il Tribunale penale di Parigi dal 6 maggio all’11 luglio 2019, durante il quale si è cercato di far luce su un caso che fa venire in mente una sola parola “VERGOGNA”. Così il tribunale ha inserito nella giurisprudenza la nozione di  molestia morale istituzionale” , “sistemica” , vale a dire il frutto di una strategia aziendale “volta a destabilizzare i dipendenti, creando un clima che provoca ansia e avendo avuto per oggetto ed effetto un deterioramento delle condizioni di lavoro ” 

Didier Lombard farà appello a questa condanna, il suo avvocato, Jean Veil, ha immediatamente annunciato alla fine del tribunale, denunciando una “totale mancanza di legge” e una “decisione politica totalmente demagogica” . 

La società che se condannata ha detto che non farà ricorso

La compagnia, tuttavia, aveva avvertito al processo che non avrebbe fatto appello se fosse stata condannata annunciando anche una procedura per compensare possibili vittime.

Il caso

Il caso risale a dieci anni fa nel luglio 2009, Michel Deparis, un tecnico di Marsiglia, mise fine alla sua vita parlando di strategia del terrore perpetrato nei suoi confronti. “Mi suicidio a causa di France Telecom. È l’unica causa “, ha scritto. Due mesi dopo, il sindacato SUD presentò la prima denuncia, alla quale purtroppo ne seguirono delle altre.

Il tribunale ha esaminato in dettaglio i casi di trentanove dipendenti: diciannove si sono suicidati, dodici hanno tentato il suicidio e otto hanno sofferto di depressione dovendo interrompere il lavoro. Una macchia che resterà indelebile per France Telecom

L’avvocato per la parte civile, Jean-Paul Teissonnière, ha parlato di un “enorme incidente industriale organizzato dal datore di lavoro”  riferisce Le Monde.

Questo processo si è concentrato in particolare sul periodo 2007-2010 e sui piani “NExT” e “Act” che avevano come obiettivo quello quello di arrivare a 22.000 “partenze” e 10.000 dipendenti in mobilità . La società contava oltre 100.000 dipendenti, distribuiti su quasi 23.000 siti. Le partenze avrebbero dovuto essere “volontarie” , “naturali” , invece da quanto è emerso in fase istruttoria Didier Lombard, Louis-Pierre Wenès e Olivier Barberot esercitarono fortissime pressioni sui dipendenti per spingerli ad andarsene. andarsene. Nel 2006, Lombard disse ai dirigenti che le partenze dovevano essere “attraverso la finestra o attraverso la porta”.

Una “grande vittoria” per i sindacati

Il giudizio di venerdì è stata “una grande vittoria” e un “chiaro riconoscimento del danno subito”, ha reagito ad Agence France-Presse (AFP) Patrick Ackermann, del sindacato SUD. Nonostante Didier Lombard, ora sia ricordo all’appello “è un processo vinto” perché sarà “difficile vincere un appello”, ha dichiarato Ackermann. Jean-Paul Teissonnière, avvocato della SUD, ha accolto con favore “un punto di svolta nel diritto penale del lavoro sulla questione delle molestie istituzionali e della gestione tossica” . “I nostri pensieri vanno prima ai colleghi che si sono suicidati e alle loro famiglie”, ha dichiarato Sébastien Crozier del CFE-CGC. “Quasi tutte le richieste di risarcimento sono state approvate dal tribunale. “

Jean Perrin, fratello di Robert, che si suicidò nel 2008, è “soddisfatto” ma si rammarica ancora che l’accusa di omicidio colposo non sia stata mantenuta. Come più di cento parti civili, ha ottenuto danni per lesioni morali e personali, per un importo di 67.500 euro, ma “è il riconoscimento di colpevolezza che per me e tutti noi, conta” , dice.

“Attraverso questo processo, la giustizia ci ha riconosciuto una sofferenza infinita” , ha aggiunto Noël Rich, anch’egli un partito civile vittima. 

L’accusa aveva chiesto le seguenti sanzioni: una multa di 75.000 euro per la società; un anno di reclusione e una multa di 15.000 euro per Didier Lombard, Louis-Pierre Wenès e Olivier Barberot. Gli avvocati della difesa avevano chiesto il rilascio. Questa sentenza farà storia nel mondo della giurisprudenza, perché come ha detto Rich, chi di mobbing ferisce di mobbing perisce.



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