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SOMALIA, A MOGADISCIO AUTOBOMBA UCCIDE 30 PERSONE, 100 I FERITI


Paramedici e civili assistono un uomo ferito nell’esplosione di un’autobomba ad un controllo di sicurezza mentre arriva in un ospedale di Mogadiscio
(ph. Feisal Omar / Reuters)

di Omar Shewell

Stamattina almeno 30 persone sono state uccise e molte altre ferite sono state ferite in un attacco con un’autobomba a Mogadiscio. L’agente di polizia Mohamed Hussein ha detto che l’esplosione ha preso di mira un centro di riscossione delle tasse durante l’ora di punta mattutina a Mogadiscio. Almeno cento risultano al momento i feriti, perlopiù bambini e studenti universitari che stavano viaggiando su un autobus che è passato accanto alla struttura quando è esplosa. Le segnalazioni sul numero delle vittime comunque non è ancora chiaro. Parlando con Al Jazeera, il consigliere della capitale di Mogadiscio ha dichiarato che “al momento è superiore a 90”.

Abdiqadir Abdirahman, il direttore del servizio di ambulanza di Aamin, ha dichiarato che durante l’attacco sono state uccise 61 persone, e tra queste risulterebbero anche alcuni agenti di polizia. “L’esplosione è stata devastante. Posso confermare più di 20 civili uccisi, ci sono stati molti più feriti, ma il bilancio può essere più alto”, ha detto ad Al Jazeera l’agente di polizia Ibrahim Mohamed.

Le autorità governative hanno detto al personale medico di non divulgare le cifre su morti e feriti ai giornalisti come hanno fatto in passato. Al momento non vi è stata alcuna rivendicazione immediata riguardo la responsabilità per l’esplosione.

La Somalia in pillole dal 1969 ad oggi

Nel 1969, il maggiore Mohammed Siad Barre portò a termine un colpo di Stato e si insediò come presidente-dittatore, rimanendo in carica fino allo scoppio della guerra civile (26 gennaio 1991). Nell’agosto 2012 fu istituita la Repubblica Federale Somala. Nel settembre 2012, fu eletto presidente Hassan Sheikh Mohamoud che durò in carica circa 6 anni. Nel 2017 fu eletto presidente Mohamed Farmajo che è tuttora in carica. La Somalia è considerata uno degli Stati più poveri e violenti del mondo. In assenza di un governo centrale, l’amministrazione della giustizia è regredita a livello locale. Fowsiya Haji Yusuf , Ministro degli affari esteri nel governo del Primo ministro Abdi Farah Shirdon dal novembre 2012 al gennaio 2014 durante il suo mandato invitò i paesi occidentali ad investire nel paese, facendo riaprire nel 2011 molte ambasciate (Turchia, Gibuti, Kenya, Iran, Regno Unito, Italia e ONU), ma ora la situazione. Ma ora la situazione è tornata di nuovo critica.



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