di Joshua Devill
Dopo che un attacco aereo americano ha ucciso Qassem Soleimani, capo dell’élite Quds Force iraniana, e Abu Mahdi al-Muhandis, vice comandante delle milizie sostenute dall’Iran, note come Popular Mobilization Forces (N.d.R.: PMF, o Hashd al-Shaabi), le tensioni tra gli Stati Uniti e l’Iran si sono intensificate drammaticamente soprattutto dopo che il Pentagono ha confermato che l’attacco all’aeroporto internazionale di Baghdad è stato voluto “dalla direzione del presidente degli Usa”.
“Non abbiamo ucciso Soilemani per un cambio di regime o per iniziare la guerra. Ma siamo pronti a qualunque risposta sia necessaria”, ha detto Donald Trump, sottolineando come “il futuro dell’Iran appartiene al popolo che vuole la pace, non ai terroristi”. Il generale Soleimani stava preparando nuovi attacchi, ha detto Trump parlando da Mar-a-Lago, in Florida. “Il suo regno di terrore e’ finito”. Ma oramai un punto di svolta nella geopolitica del Medio Oriente è già stato piane l’Iran ha promesso una risposta “dura”.
Al momento il primo ministro iracheno sta partecipato ai funerali di Stato dei suoi due funzionari in corso a Baghdad. Il primo ministro dell’Iraq, Adel Abdel Mahdi si è unito ad al-Muhandis Hadi al-Ameri, ex ministro dei trasporti iracheno, membro del parlamento iracheno nella lista dell’Alleanza irachena unita, che rappresenta principalmente i partiti religiosi sciiti e al religioso sciita Ammar al-Hakim oltre che ad altre figure di rilievo filo-iraniane al seguito delle bare che trasportano i corpi di Soleimani e Abu Mahdi al-Muhandis . La processione iniziata da Kadhimiya ora si sta dirigendo verso la green zone, ossia la zona verde, dove sede il palazzo del governo e il complesso diplomatico.
Il leader supremo Ayatollah Khamenei, annunciando tre giorni di lutto nazionale, prima della processione, ha reso omaggio al feretro di Soleimani, ritenuto la seconda figura più potente in Iran, “morto”, ha detto lui, “come un martire” e ha promesso di ottenere una “dura vendetta”. Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha fatto eco alla minaccia di vendetta e ha promesso che ci sarebbero state conseguenze. Il ministro degli Esteri Javad Zarif ha condannato l’omicidio come un “atto di terrorismo di stato”.
Mahdi ha condannato l’attacco, definendolo una “aggressione” contro l’Iraq che “scatenerà una guerra devastante”. “L’assassinio di un comandante militare iracheno è un’aggressione all’Iraq come stato, governo e popolo”, ha dichiarato il primo ministro in una nota. “Effettuare operazioni di liquidazione fisica contro leader iracheni o da un paese fraterno sulle terre irachene è una flagrante violazione della sovranità irachena e una pericolosa escalation, un detonatore per dare il via a una guerra distruttiva in Iraq, nella regione e nel mondo”, ha detto Mahdi. “L’attacco è stato anche una “flagrante violazione delle condizioni che autorizzano la presenza di truppe statunitensi sul suolo iracheno”.
L’ultimo saluto a Soleimani si terrà martedì nella sua città natale di Kerman, nell’Iran centrale
Nel frattempo, il comando generale delle forze armate irachene ha annunciato ha annunciato che “Hadi al-Ameri” sarà il successore del martire Abu Mahdi al-Muhandis, vice capo di al-Hashd al-Shaabi. Hadi Farhan Abdullah al-Ameri, noto come Abu Hassan al-Ameri, è uno dei leader dell’Hashd al-Sha’abi e dell’organizzazione Badr in Iraq. È stato un leader delle forze irachene filo-iraniane nella sacra difesa (guerra Iraq-Iran) e ha combattuto per anni contro i terroristi Saddam e ISIS
I commenti dei leader e ministri degli Esteri da tutto il mondo
“L’Italia sostiene fortemente l’invito rivolto dall’Alto rappresentante Ue Josep Borrell a tutti gli attori coinvolti verso l’esercizio della massima moderazione e a mostrare responsabilità in questo momento. Siamo tutti concordi sul fatto che un’altra crisi rischia solo di compromettere anni di sforzi per stabilizzare l’Iraq”. Questo le parole del nostro ministro degli Esteri Luigi Di Maio, espresse in una nota divulgata dal suo ufficio stampa dopo il raid americano a Baghdad e la morte del generale Qassem Soleimani. “La priorità nella regione è la lotta allo Stato Islamico”, ha poi aggiunto Di Maio.
La Siria è “certa che questa aggressione codarda degli Stati Uniti … rafforzerà solo la determinazione a seguire il percorso dei leader martirizzati della resistenza”, ha scritto l’agenzia di stampa statale SANA, riportando le parole di un funzionario degli esteri la cui identità non è stata precisata.
In una dichiarazione scritta, il ministero degli esteri turco ha affermato di essere profondamente preoccupato per le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Iran. “La Turchia è sempre stata contro interventi stranieri, omicidi e conflitti settari nella regione”, ha detto il ministero.
Anche la Russia ha condannato l’intervento di Trump. “L’uccisione di Soleimani … è stato un passo avventuroso che aumenterà le tensioni in tutta la regione”, hanno riferito le agenzie di stampa RIA Novosti e TASS citando il ministero degli Esteri. “Soleimani ha servito con devozione la causa della protezione degli interessi nazionali dell’Iran. Esprimiamo le nostre sincere condoglianze al popolo iraniano”. “L’uccisione del generale iraniano Soleimani rischia di aggravare la situazione in Medio Oriente”, ha affermato il presidente russo Vladimir Putin.
Il presidente francese Emmanuel Macron rivolto «un appello a tutte le parti alla moderazione e per evitare una nuova pericolosa escalation delle tensioni» in Medio Oriente dopo l’uccisione in Iraq del generale iraniano Qassem Soleimani. Il presidente francese ha sottolineato «l’impegno della Francia per la sovranità e la sicurezza dell’Iraq e la stabilità della regione», esortando poi l’Iran a «ritornare rapidamente al pieno rispetto dei suoi obblighi nucleare e ad astenersi da qualsiasi provocazione».
Il Regno Unito ha 400 truppe con sede in Medio Oriente e lavora a fianco delle forze statunitensi nella regione. Le truppe sono lì per addestrare le forze irachene che affrontano un’insurrezione dello Stato islamico. Oltre alle truppe, ci sono circa 400 dipendenti britannici con base in Iraq. Al momento il primo ministro Boris Johnson non ha rilasciato alcuna dichiarazione. Il Regno Unito “ha riconosciuto la minaccia aggressiva” posta in essere da Soleimani, ma ha anche aggiunto che “ulteriori conflitti non sono nei nostri interessi”. Il Foreign and Commonwealth Office ha avvertito i cittadini britannici di evitare raduni, cortei o processioni, come avvenuto nei giorni precedenti all’uccisione di Soleimani, per uno sciopero che aveva coinvolto molte persone. Prudenza è la raccomandazione che viene fatta a tutti, in particolare durante i tre giorni di lutto nazionale che il Paese ha richiesto per il generale Soleimani.
Scopri di più da WHAT U
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.