di Colin Anthony Groves
L’Iran ha minacciato di bombardare Israele e Dubai se gli Stati Uniti si vendicheranno per gli attacchi iraniani alle due basi irachene che ospitavano le truppe americane, ossia quella di Ayn al Asad nell’Iraq occidentale visitata da Trump nel dicembre 2018 e quella di Erbil nel Kurdistan iracheno entrambe colpite dai missili martedì alle 17.30 circa. Una rivendicazione promessa e poi messa in pratica da parte dell’Iran che ha voluto vendicare l’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani.
Il Pentagono ha dichiarato che i missili sono stati “lanciati dall’Iran” per colpire le forze militari e di coalizione statunitensi in Iraq. La TV di Stato ha dichiarato che l’operazione si chiamava “Martyr Soleimani”. I missili utilizzati nell’attacco, secondo la televisione iraniana, erano missili balistici Fatteh-110, che hanno una portata di 186 miglia o 300 km.
Un messaggio chiaro senza ma e senza se, che la Guardia Rivoluzionaria dell’Iran ha diramato per mettere in guardia gli Stati Uniti e i suoi alleati con una dichiarazione rilasciata dall’agenzia di stampa IRNA statale. “Stiamo avvertendo tutti gli alleati americani, che qualsiasi punto di partenza di atti aggressivi contro l’Iran sarà preso di mira”. Come dire che chi farà da sponda all’America per qualsiasi attacco contro l’Iran sarà a sua volta colpito.
Un altro canale televisivo della Guardia ha anche minacciato di bombardare Dubai e Haifa in Israele
Anche la tv di stato iraniana ha detto che l’attacco è stato vendicato per l’omicidio degli Stati Uniti del generale della Guardia Rivoluzionaria Qassem Soleimani, la cui processione funebre martedì nella sua città natale di Kerman ha provocato oltre una cinquantina di vittime nella calca che seguiva il feretro. Il presidente Donald Trump è stato informato degli attacchi e il segretario alla Difesa Mark Esper e il segretario di Stato Mike Pompeo sono stati avvistati mentre arrivavano alla Casa Bianca. Una cosa certa e oramai ovvia a tutti è che l’uccisione di Soleimani e gli attacchi missilistici dell’Iran hanno aumentato le possibilità di un conflitto aperto fra queste due nazioni, nemiche già dai giorni immediatamente successivi alla Rivoluzione islamica del 1979 in Iran.
Il presidente Trump come di prassi ha scelto Twitter, il suo canale Social preferito, per dire la sua: “Tutto bene! Missili lanciati dall’Iran in due basi militari situate in Iraq. Valutazione delle vittime e dei danni in corso ora. Fin qui tutto bene! Abbiamo di gran lunga i militari più potenti e ben equipaggiati del mondo! Farò una dichiarazione domani mattina”.
All is well! Missiles launched from Iran at two military bases located in Iraq. Assessment of casualties & damages taking place now. So far, so good! We have the most powerful and well equipped military anywhere in the world, by far! I will be making a statement tomorrow morning.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 8, 2020
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, a quanto si apprende da diverse fonti, per venerdì mattina ha convocato a Palazzo Chigi una riunione con i rappresentanti di maggioranza e opposizione per discutere delle missioni militari nell’area mediorientale, dopo l’escalation in Iraq. Il tavolo, al quale dovrebbero prendere parte i ministri Lorenzo Guerini e Luigi Di Maio, servirà anche a fare il punto sul dossier Libia.
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