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GHOSN, EX NUMERO UNO NISSAN-RENAULT, RESPINGE LE ACCUSE DURANTE LA SUA PRIMA CONFERENZA STAMPA IN LIBANO


L’ex boss Nissan-Renault Carlos Ghosn, ora rifugiato in Libano, con la moglie Carol

Ieri l’ex boss Nissan-Renault Carlos Ghosn, ora rifugiato in Libano, ha fatto la sua prima apparizione pubblica da quando è fuggito dal Giappone dove avrebbe dovuto affrontare un processo per presunta “cattiva condotta finanziaria”. Questa è la sua prima dichiarazione ai giornalisti dopo la fuga dal Giappone, dove lui dice di essere stato sottoposto a condizioni carcerarie disumane, accusando tra l’altro il Giappone di aver fabbricato accuse contro di lui per distruggere la sua reputazione.  “Riguardo la mia situazione posso solo dire che in Giappone o ci muori o te ne vai”, ha detto Ghosn alla stampa. “Non mi sono sentito trattato con giustizia; sentivo di essere un ostaggio di un paese che ho servito per 17 anni”, ha detto. Ghosn non ha commentato la sua fuga dal Giappone per non mettere a rischio le persone che gli sono state vicino, aggiungendo “di non avere avuto scelta” se non quella di saltare la cauzione.”È stata una decisione difficile ma non dimentichiamoci che dovevo essere giudicato da sistema giudiziario il tasso di condanna è del 99,4 per cento”, ha detto.

Per circa due ore, Ghosn ha affrontato le accuse mosse contro di lui dai procuratori di Tokyo e Nissan, respingendo tutti gli addebiti, anche quello di appropriazione indebita per l’uso delle residenze a Beirut e Rio de Janeiro. Nissan ha dichiarato in una dichiarazione all’inizio di questa settimana di aver “scoperto numerosi atti di cattiva condotta da parte di Ghosn attraverso un’indagine interna solida e approfondita”, tra cui “l’errata dichiarazione del suo risarcimento e l’appropriazione indebita di guadagni della società a suo vantaggio personale”. Ghosn, nell’enfasi della sua auto-difesa ha anche nominato membri specifici della procura di Tokyo e Nissan, che si sono stagliati sul fronte dell’accusa. Il ministro della giustizia giapponese  Masako Mori ha respinto i commenti di Ghosn,  dicendo che la sua fuga dal suo processo in sé “potrebbe costituire un altro crimine. Tale azione”, ha proseguito Mori, “non sarebbe condonata dal sistema di nessuna nazione. Inoltre, la diffusione di false informazioni sul sistema legale e sulla sua pratica sia all’interno del Giappone sia a livello internazionale è assolutamente intollerabile”. (B.N.)



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