di Colin Anthony Groves
Si ritorna a parlare del processo di impeachment che vede come imputato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Dal 19 dicembre Trump è ufficialmente sotto accusa, colpevole di aver abusato del suo potere facendo pressioni sul presidente dell’Ucraina per indagare sui democratici, in particolare sul rivale politico di Trump Joe Biden. Due i capi di imputazione decisi dalla Camera dei rappresentanti. Il primo articolo, «abuso di potere» aveva ottenuto 230 voti a favore e 197 contro. Il secondo, «ostruzione dell’indagini del Congresso», 229 contro 198. Con grande gioia (anche manifestata in aula durante la lettura) dei democratici. «È una giornata triste, non bisogna gioire», aveva commentato Nancy Pelosi quel giorno arrivando a Capitol Hill. Oggi la Pelosi, ha dichiarato che la Camera intende votare questa settimana per trasmettere gli articoli di impeachment al Senato affinché il processo prosegua il suo corso. “Si tratta di un processo equo”, ha detto la Pelosi alla ABC “‘E oltre ai documenti anche i testimoni saranno indispensabili”. Insomma la leader della Camera ora vuole chiudere il cerchio di questa storia, senza rinunciare ad alcuna cartuccia da sparare. “Chi sbaglia paga”, ha sottolineato. Poco prima che Pelosi apparisse per l’intervista, Trump su Twitter l’ha definita con un soprannome derisorio, “Crazy Nancy”. La Pelosi non è stata ovviamente zitta e ha risposto: “Ogni colpo ricevuto da lui per me è una spinta”, aggiungendo che i senatori “pagheranno un prezzo” se impediranno ai nuovi testimoni di testimoniare nel processo di impeachment del presidente Donald Trump, perché gli americani si aspettano un processo equo. La Camera questa settimana voterà per inviare gli articoli di impeachment al Senato dove Trump conta sull’aiuto dei repubblicani. Il leader della maggioranza al Senato Mitch McConnell, pare stia cercando un rapido processo per assolvere il presidente, simile a quello che nel 1999 ebbe come protagonista il presidente Bill Clinton. Pelosi invece insiste e dice che i senatori devono prendere in considerazione nuovi testimoni, come anche l’ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton che sarebbe disposto a testimoniare. Trump come al solito o veste i panni della vittima, come fece il 18 dicembre poco dopo il verdetto di impeachment quando scrisse che era appena stato fatto un assalto all’America da parte dei Repubblicani oppure inventa nomignoli sarcastici per ridicolizzare chi gli è contro.
SUCH ATROCIOUS LIES BY THE RADICAL LEFT, DO NOTHING DEMOCRATS. THIS IS AN ASSAULT ON AMERICA, AND AN ASSAULT ON THE REPUBLICAN PARTY!!!!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) December 18, 2019
I hope the House and Senate Democrats, in particular watch this. It is a classic. Thank you to @JudgeJeanine Pirro! pic.twitter.com/O8P9J0CArF
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 12, 2020
D’altra parte la Pelosi ha smesso oramai da tempo di avere un ruolo diplomatico e super partes.
Un’altra grana per Trump
Trump, dopo l’uccisione di Soleimani, ha sempre lasciato intendere che questa fosse una decisione presa per fermare la sua presunta ferocia, ma soprattutto un atto dovuto per evitare che facesse saltare in aria l’ambasciata americana a Teheran. In realtà pare invece che il Pentagono avesse già discusso segretamente l’uccisione di Soleimani, ben 18 mesi fa.
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