di Marina Ferrato
Ancora una volta Papa Francesco rompe le regole scegliendo con funzioni dirigenziali nella Segreteria di Stato, che è l’organo della Curia Romana che collabora più da vicino con il papa nella guida della Chiesa, sia coordinando i vari uffici della Santa Sede sia curando i rapporti con gli Stati e gli organismi internazionali, una donna. Si tratta di Francesca Di Giovanni, di professione avvocato, 66 anni, che ha lavorato per il Vaticano per 27 anni, e assumerà la posizione di sottosegretario nella Sezione per le relazioni con gli Stati.
Una mossa “senza precedenti” che offrirà l’opportunità alla Di Giovanni, specialista in diritto internazionale e diritti umani, di coordinare le relazioni multilaterali in Segreteria. Insomma pian piano, grazie a papa Bergoglio, la chiesa romana sta cambiando e chissà se il papà riuscirà a compiere il miracolo di riuscire prima della fine del suo mandato a nominare anche una donna prete.
Anche perché oltre la metà dell’ 1,3 miliardi di cattolici nel mondo sono donne e l’appartenenza agli ordini religiosi femminili è circa tre volte più grande degli ordini maschili
Gruppi di donne, tra cui l’Unione Internazionale dei Superiori Generali (UISG), un gruppo ombrello di suore cattoliche, hanno da tempo invitato il papa a nominare più donne a lavori di alto livello all’interno della burocrazia vaticana.
Papa Francesco ha anche nominato quattro donne come prime consigliere femminili per il Sinodo dei vescovi dell’anno scorso. Due di queste sono Barbara Jatta, a capo dei Musei Vaticani, e Cristiane Murray, vicedirettore dell’ufficio stampa.
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