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QUESTO REFERENDUM ‘NON S’HA DA FARE’. LA CONSULTA BOCCIA LA PROPOSTA DI SALVINI


di Matteo Gaggi

Dopo otto ore di camera di consiglio la Corte costituzionale ha deciso di bocciare il quesito referendario proposto dalla Lega. Il referendum elettorale proposto da otto Regioni – tutte a guida centrodestra – che avrebbe avuto l’effetto di annullare la parte proporzionale della legge elettorale, con l’abrogazione delle norme sulla distribuzione proporzionale dei seggi trasformandolo di fatto in un sistema maggioritario ‘puro’ per i giudici della Consulta, è inammissibile perché il quesito proposto è “eccessivamente manipolativo”. Inoltre, la legge non sarebbe stato possibile votarla subito. Quindi è una legge elettorale inapplicabile. Tra l’altro, preventivamente la corte ha anche bocciato il conflitto di attribuzione che 5 regioni su otto avevano presentato il 7 gennaio e lo ha giudicato “inammissibile perché, la norma oggetto del conflitto avrebbe potuto essere contestata in via incidentale, come in effetti avvenuto nel giudizio di ammissibilità del referendum”.

Le cinque regioni chiedevano di impugnare la legge del 1970 che regola il referendum, ma occorreva ridisegnare i collegi in un tempo massimo di 60 giorni. Un termine considerato arbitrario per i ricorrenti

“È una vergogna”, ha detto il senatore Matteo Salvini, leader della Lega, “pd e 5stelle sono e restano attaccati alle poltrone. Ci dispiace che non si lasci decidere il popolo: così è il ritorno alla preistoria della peggiore politica italica”.

«Abbiamo scampato un pericolo, il governo ne esce stabilizzato e ora ha una prospettiva più ampia per andare avanti», ha così commentato il giudizio della Corte Costituzionale il premier Giuseppe Conte. «Adesso sarà più facile approvare la legge proporzionale, la riforma elettorale è più vicina». “La Lega ha tenuto in ostaggio il Consiglio regionale solo per occuparsi della propaganda di Salvini. Pretendono di cambiare il Paese e non sono nemmeno in grado di scrivere una proposta di referendum” ha dichiarato Marco Fumagalli, capogruppo del M5S Lombardia. “Avevamo ampiamente annunciato l’incostituzionalità della loro proposta strumentale: ora la finiscano con la campagna elettorale permanente. Tornino ad occuparsi di Miss Padania, è l’unico sistema elettorale che hanno congeniato correttamente. Gli italiani e i lombardi meritano di meglio”. “Seguiamo la strada del proporzionale affinché tutti i cittadini italiani siano effettivamente rappresentati in Parlamento”, ha commentato il leader del M5s e ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Nicola Zingaretti, leader del Pd, rilancia l’idea della proporzionale corretta con sbarramento. “Io penso che la soglia al 5% sia il minimo indispensabile. Ricordo che veniamo da una legge pessima, che dovrebbe essere maggioritaria, ma che non garantisce di conoscere la sera stessa il vincitore delle elezioni. Il Rosatellum è una delle peggiori leggi elettorali mai fatte, anche Renzi lo sa che la penso così”. Ora la maggioranza sta lavorando, in commissione affari costituzionali alla Camera, a una proposta di tipo proporzionale, il Germanicum (con sbarramento al 5 per cento). Ma la Lega stessa negli ultimi giorni ha avanzato l’ipotesi di un ritorno al Mattarellum.



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