di Patrizia Sinclair
Giovedì 23 gennaio la Commissione Affari costituzionali si è riunita per votare la raccomandazione del Parlamento europeo su Brexit. L’argomento del voto era la decisione del Parlamento di acconsentire o meno all’accordo di ritiro fra l’UE e il Regno Unito e la decisione è stata di raccomandare alla plenaria del PE l’approvazione delle condizioni di recesso del Regno Unito. Dopo che la ratifica parlamentare nel Regno Unito è stata conclusa oggi, con il Royal Assent concesso per il disegno di legge dell’Unione europea (accordo di recesso), i deputati della commissione per gli affari costituzionali hanno votato a favore di una raccomandazione positiva relativa all’accordo di recesso UE-Regno Unito, con 23 voti a favore, tre contro e nessuna astensione. La votazione ha avuto luogo dopo una dichiarazione del presidente della commissione Antonio Tajani (PPE, IT) e una discussione tra il coordinatore della Brexit del Parlamento, Guy Verhofstadt (Renew Europe, BE) e i coordinatori dei gruppi politici.
Il dibattito in seno alla commissione si è incentrato sul contributo del Parlamento alla protezione dei diritti dei cittadini nel contesto della Brexit (con la maggior parte degli oratori durante il primo turno che ha elogiato la squadra negoziale dell’UE), nonché sulle misure che dovrebbero essere adottate dal Regno Unito e dall’UE27 i governi a continuare a proteggere questi diritti durante il periodo di transizione e oltre. La discussione ha anche affrontato l’impatto complessivo della Brexit e le future relazioni tra l’UE e il Regno Unito, che sarà l’obiettivo dei futuri negoziati.
Puoi guardare il dibattito su EP Live . Fare clic sui collegamenti seguenti per le parti specifiche della riunione.
Dichiarazione di apertura del presidente Antonio Tajani
Dichiarazione del relatore Guy Verhofstadt
Dichiarazioni dei relatori ombra
Interventi degli eurodeputati a nome dei gruppi politici
Registrazione del voto
Dichiarazioni dei deputati dopo la votazione: prima parte
Dichiarazioni dei deputati dopo la votazione: seconda parte
Prossimi passi
Il ritiro del Regno Unito dall’UE è fissato per la mezzanotte del 31 gennaio 2020, con la votazione del Parlamento prevista per l’accordo il prossimo mercoledì 29 gennaio. Per entrare in vigore, qualsiasi accordo di recesso tra l’UE e il Regno Unito deve essere approvato dal Parlamento europeo a maggioranza semplice dei voti espressi ( articolo 50, paragrafo 2, del trattato sull’Unione europea ). Il Consiglio concluderà quindi il processo da parte dell’UE con un voto a maggioranza qualificata, previsto per il 30 gennaio. Il 29 gennaio 2020 il Parlamento europeo voterà sulla raccomandazione di approvazione del trattato sul recesso del Regno Unito dall’Unione europea (UE), approvato nella sua versione attuale dai leader dell’UE e dal primo ministro del Regno Unito nell’ottobre 2019. L’approvazione del Parlamento, a seguito del completamento delle procedure nazionali del Regno Unito per la ratifica dell’accordo, ne consentirà l’entrata in vigore il 1º febbraio 2020. Il Regno Unito porrà quindi fine ai suoi 47 anni di adesione all’UE, anche se il diritto dell’UE resterà applicabile al Regno Unito nel corso di un periodo transitorio di 11 mesi che si concluderà il 31 dicembre 2020. Se, tuttavia, il Parlamento dovesse negare il proprio consenso, il Regno Unito lascerà l’UE senza un accordo il 1º febbraio 2020, in assenza di un’altra proroga del termine di cui all’articolo 50.
Meno della metà dei viaggiatori dell’UE conosce i diritti dei passeggeri dell’UE
La Commissione europea ha pubblicato i risultati di un sondaggio Eurobarometro sui diritti dei passeggeri nell’Unione europea (UE). Secondo il sondaggio il 43% dei cittadini dell’UE che negli ultimi 12 mesi hanno viaggiato in aereo, treno a lunga percorrenza, autobus, nave o traghetto (“viaggiatori”) sa che l’UE ha stabilito dei diritti per i passeggeri. “L’Unione europea è l’unica regione al mondo in cui i cittadini sono completamente tutelati da un insieme di diritti dei passeggeri”, ha dichiarato la Commissaria per i Trasporti Adina Vălean. “È necessaria però una migliore conoscenza di tali diritti, che dovrebbero anche essere più facilmente comprensibili e applicabili. Le nostre norme dovrebbero inoltre garantire una maggiore certezza del diritto per i passeggeri e per il settore. Per questi motivi la Commissione ha proposto di modernizzare i diritti dei passeggeri nel trasporto aereo e nel trasporto ferroviario. Spetta ora al Consiglio e al Parlamento europeo giungere rapidamente a un accordo per garantire che chi viaggia all’interno dell’UE goda di una protezione efficace.”
I diritti dei passeggeri sono definiti a livello dell’UE e applicati dai fornitori del servizio di trasporto; gli organismi nazionali si occupano di garantirne il rispetto. A causa di prassi nazionali divergenti può risultare difficile per i passeggeri sapere esattamente cosa fare e a chi rivolgersi, soprattutto nel caso di passeggeri che si spostano da un paese all’altro dell’UE
La Commissione ha già intensificato gli sforzi per migliorare la chiarezza e la conoscenza dei diritti dei passeggeri, in particolare attraverso proposte legislative sui diritti dei passeggeri nel trasporto aereo e nel trasporto ferroviario, orientamenti interpretativi e comunicazioni periodiche sulla giurisprudenza pertinente. La Commissione ha anche condotto una campagna di sensibilizzazione.
Ecco alcuni dati emersi dal sondaggio
· il 32% degli intervistati (comprese persone che negli ultimi 12 mesi non hanno utilizzato nessuno dei modi di trasporto indicati sopra) sa che nell’UE vigono diritti dei passeggeri per quanto riguarda il trasporto aereo, ferroviario, in autobus, nave o traghetto. Ma solo il 14% ha conoscenze specifiche per quanto riguarda il trasporto aereo; il dato si attesta all’8% per il trasporto ferroviario, al 5% per i viaggi in autobus e al 3% per i viaggi in nave o traghetto. Si riscontra una maggiore conoscenza dei diritti dei passeggeri tra gli intervistati che hanno effettuato un viaggio in almeno uno dei suddetti modi (43% contro 32%); ciononostante il dato rimane al di sotto del 50%;
· la percentuale di viaggiatori che ritengono di essere stati ben informati dei propri diritti da parte delle imprese di trasporto prima del viaggio varia a seconda del modo di trasporto: il 40% per i passeggeri di aerei, il 29% per i passeggeri di navi o traghetti, il 26% per i passeggeri di treni e il 26% per i passeggeri di autobus. Le percentuali sono ancora più basse per quanto riguarda le informazioni ricevute durante e dopo il viaggio;
· i partecipanti al sondaggio che hanno avuto problemi durante un viaggio aereo (le cosiddette “perturbazioni del viaggio”) hanno più sovente presentato reclamo rispetto ai viaggiatori che utilizzano altri modi: così ha fatto il 37% dei passeggeri di aerei rispetto al 26% dei passeggeri di autobus, al 24% dei passeggeri di treni e al 18% dei passeggeri di navi o traghetti. Il dato per tutti i modi è pari al 26%. Nel caso dei viaggiatori che hanno subito una perturbazione del viaggio ma non hanno presentato un reclamo ufficiale (il 72% per cento degli intervistati), il motivo più comune per non presentare reclamo è stato la sensazione che fosse inutile farlo (45%), seguito dal fatto di considerare troppo esigua la somma di denaro in questione (25%);
· il 53% di coloro che nel corso degli ultimi 12 mesi hanno subito una perturbazione del viaggio aereo ha dichiarato che la compagnia aerea ha offerto loro qualche forma di assistenza (ad esempio cibo e bevande, volo alternativo, rimborso, risarcimento, alloggio ecc.), indipendentemente dal fatto che i passeggeri avessero reclamato o meno. Solo il 43% dei passeggeri del trasporto ferroviario e il 38% di coloro che hanno viaggiato in autobus, nave o traghetto hanno dichiarato di aver ricevuto un’offerta di aiuto da parte delle imprese di trasporto in caso di perturbazioni;
· il 55% degli intervistati che hanno presentato reclamo presso l’impresa di trasporto relativamente alla perturbazione del viaggio dichiara di essere soddisfatto di come è stato gestito il reclamo, ma solo il 37% di quanti hanno subito una perturbazione ha dichiarato di essere soddisfatto del modo in cui l’impresa di trasporto li ha informati in merito alle procedure di reclamo;
· un’ampia maggioranza (81%) di coloro che si sono trovati a richiedere assistenza per una persona con disabilità o a mobilità ridotta (l’8% dei partecipanti al sondaggio) si dichiara soddisfatta del riscontro dell’impresa di trasporto. Una percentuale inferiore (60%) ha espresso soddisfazione nel caso di un viaggio multimodale.
Prossime tappe
I risultati del sondaggio andranno a confluire nelle due procedure legislative in corso relative ai diritti dei passeggeri nel trasporto ferroviario e nel trasporto aereo, come pure nelle valutazioni dei diritti dei passeggeri di autobus, dei diritti dei passeggeri di navi e traghetti e dei diritti dei passeggeri con disabilità o a mobilità ridotta nel trasporto aereo. In questo contesto si terrà conto anche dell’accessibilità al trasporto multimodale per questi ultimi passeggeri e per gli altri viaggiatori.
Contesto
Nell’ambito del sondaggio, condotto tra il 19 febbraio e il 4 marzo del 2019, sono stati intervistati 27 973 cittadini dell’UE. Al fine di proteggere i diritti dei passeggeri e garantire che questi non si perdano in un dedalo di norme nazionali è stata introdotta una normativa a livello dell’UE per tutti i modi di trasporto a si tratta di un caso unico al mondo in quanto nessun altro continente offre ai passeggeri di qualsiasi modo di trasporto questo tipo di protezione
Per ulteriori informazioni
I risultati completi dell’indagine Eurobarometro sui diritti dei passeggeri
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