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WEINSTEIN È ARRIVATO IL MOMENTO DELLA FAMOSA RESA DEI CONTI


Harvey Weinstein arriva al tribunale di Manhattan per il suo processo di stupro a New York, martedì 18 febbraio 2020. (AP Photo / Seth Wenig)

di Patricia Sinclair

Il destino di Harvey Weinstein è ora ufficialmente nelle mani della giuria. Le deliberazioni sono iniziate ieri martedì 18 febbraio, poco dopo che il giudice James Burke ha finito di dare istruzioni legali dettagliate ai giurati, 7 uomini e 7 donne, su come decidere se il produttore è colpevole, e quindi deve restare in prigione dietro le sbarre per il resto della sua vita, oppure è innocente. Un caso, quello del più temuto produttore di Hollywood, quale era Weinstein, che ha catturato l’attenzione mondiale e che lo ha catapultato dal dietro alle quinte, al centro della scena di un caso nel quale si è trovato suo malgrado a ricoprire il ruolo di protagonista assoluto perché accusato dal 2017 di cattiva condotta sessuale da oltre 90 donne. A pubblicare la notizia per primi furono il New York Times e il New Yorker rendendo note testimonianze di accuse di stupro e abusi sessuali, a dire delle presunte vittime, perpetrati dal potente produttore hollywoodiano. Quali quelle dell’ex assistente di produzione “Project Runway” Miriam “Mimi” Haleyi, che ha dichiarato di essere stata forzata da Weinstein a fare sesso orale con lui nel suo appartamento di Soho il 10 luglio 2006. Dell’aspirante attrice Jessica Mann, che invece ha sostenuto che Weinstein l’ha violentata il 18 marzo 2013, al DoubleTree Hotel di Midtown e dell’attrice de “The Sopranos” Annabella Sciorra, che ha accusato Weinstein di averla violentata nell’inverno 1993-1994 nel suo appartamento di Gramercy Park. Accuse pesanti come macigni che il 7 gennaio hanno dato inizio al processo. Oltre a quello mediatico già in corso dall’ottobre 2017 del movimento # MeToo. Weinstein, come è altrettanto noto, ha sempre affermato che tutti i suoi incontri sessuali erano consensuali. E ora sarà la giuria a decidere il destino del potente magnate hollywoodiano. Entrando in aula martedì, Weinstein ha detto ai giornalisti che “si sentiva bene” mentre spingeva il suo deambulatore.

Harvey Weinstein
(AP Photo / Seth Wenig)
Harvey Weinstein
(AP Photo / Seth Wenig)

Al momento l’unico racconto che non verrà preso in considerazione pare sia quello della Sciorra, per decorrenza dei termini. Gli avvocati di Weinstein per sostenere la tesi del loro cliente, ossia che gli atti erano consensuali, hanno presentato come prove email amichevoli e civettuole di molte di quelle donne che oggi dichiarano di avere subito violenze. Come la Haleyi che ha raccontato nei minimi particolari l’aggressione, ossia da quando Weinstein l’ha spinta su un letto, e nonostante i suoi “no”, le sue suppiche, i suoi calci e pugni, lui le ha fatto consumare l’atto. Peccato però, hanno replicato gli avvocati di Weinstein, che poi lei dopo questa presunta aggressione ha continuato a scrivergli con molta cordialità”. Ovviamente non avendo potuto leggere le prove documentali What-u per ora riferisce solo le tesi dell’accusa e della difesa. Vero è che, a volte, le vittime di violenze, per timori di vario genere, soprattutto quando il rapporto gerarchico dell’aggressore è vincente, adottano comportamenti autolesionistici impressionanti difficili da interpretare e comprendere. Ora però la la resa dei conti è vicina. Occorre solo sapere attendere.



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