Menu Chiudi

QUANTO SIAMO SODDISFATTI DELLA NOSTRA VITA?


di Pamela Brandi

Siamo soddisfatti oppure no della nostra vita? A misurare i nostri sentimenti ci ha pensato Istat che con una ricerca che ha preso in considerazione un campione di italiani con un’età che partiva dai 14 fino ai 75 anni, è riuscito a fare una fotografia dell’Italia piuttosto inedita. Per quale motivo? Perché i più scontenti invece di essere le persone più adulte che col passare degli anni potrebbero avere qualche ragione in più rispetto ai giovani per esserlo, compresa l’aspettativa di vita più corta, sono i giovanissimi, che a parte i pruriti dell’età, legati anche all’adolescenza, risultano i più pessimisti. Un mood che Istat segnala costantemente negativo dai 14 fino ai 19 anni e poi comincia a migliorare e stabilizzarsi dai 20 anni in avanti. Il primo posto delle cause del malumore le relazioni famigliari e amicali. Paola nata a Milano classe 2005, dice: «Sono nata a Milano e vivo a Milano, una città che molti ci invidiano ma dove in realtà è difficile instaurare rapporti duraturi con i propri coetanei. Le fragilità non sono ammesse. L’amico del cuore a cui confidare tutto è davvero una chimera». Per Roberto del 2007, di Napoli i problemi nascono in famiglia: «I miei genitori si sono separati quattro anni fa ed io che ora sono rimasto l’unico maschio di casa, visto che ho tre sorelle femmine. La mia vita da quando se n’è andato papà è cambiata radicalmente. Vedo la mamma lavorare molte più ore al giorno per mantenerci tutti e mi sento in colpa perché sono ancora troppo piccolo per rendermi utile e così mi sento un peso». Aurora, di Roma classe 2001, racconta di essere stata una vittima del bullismo di alcuni suoi compagni di scuola alle elementari e poi fino alla seconda media. «Poi ho deciso di dire basta. Ho iniziato a fare sport, ho conosciuto nuove persone, con l’aiuto di un nutrizionista amico di famiglia sono riuscita a perdere un po’ di chili, e dopo mi sono sentita una leonessa. Perché gli altri avvertono le tue paure, le tue fragilità e alcuni se ne approfittano e fanno i bulli per sentirsi più forti. Ma in realtà così non è. L’ho capito anche andando per una decina di volte da una brava psicologa cche mi ha aiutato a vedere la vita con occhi diversi». Martina 27 anni, di Milano, lavora nel marketing da 4. «C’è stato un periodo che mi sentivo come la protagonista del film “Diario di Bridget Jones”, perché dopo essere stata a lungo fidanzata con un ragazzo che avevo incontrato in terza media ossia fino ai 21 anni, dopo la rottura della nostra unione, è stato difficile trovare un amore stabile. Non mi mancano le amicizie, le uscite, ma una relazione stabile sì. Chi vede il mio profilo Instagram pensa che io me la spassi alla grande, che sia stra-felice, in realtà non sono sempre così al top. Oramai i ragazzi che hanno voglia di impegnarsi in una relazione sono una chimera. C’è tanta offerta e disponibilità femminile quindi non hanno motivo per sbattersi più di tanto a correre dietro a qualcuna. E poi molti mettono la carriera al primo posto. Lo scorso anno ho incontrato Claudio, sembrava perfetto, ma poi dopo una promozione e un notevole aumento di stipendio, è volato negli Usa e mi ha dimenticato in un batter d’occhio”. Marisa 70 anni, ma ne dimostra 15 in meno, dice di sentirsi molto soddisfatta: « Ho fatto molto per i figli e ora che sono in pensione voglio godermi la libertà e quei piaceri della vita che prima dovevo mettere all’ultimo posto. La pensione non mi permette di fare il giro del mondo, ma qualche sfizio me lo tolgo lo stesso. E riguardo ai passati dispiaceri bisogna imparare a resettare tutto per vivere meglio o talvolta per ricominciare a vivere».



Scopri di più da WHAT U

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!

Scopri di più da WHAT U

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere