di Valerie Curties
Ieri la giuria che doveva giudicare se Harvey Weinstein è colpevole o innocente si è pronunciata senza reticenze solo in parte, perché per gli abusi sessuali più gravi che erano stati contestati dalla vittime, ha chiesto di avere più tempo per valutare il suo comportamento. Gli avvocati di Weinstein hanno così colto la palla al balzo per fare sapere che avrebbero accettato anche un verdetto parziale, ma i pubblici ministeri hanno risposto di no e il giudice James Burke pure. Quindi per ora tutto è rimandato a lunedì mattina. Ma qual è il punto sul quale si è arenato il giudizio della giuria? E’ quello che riguarda le accuse di aggressione dell’attrice “Soprano” Annabella Sciorra che risalgono a metà degli anni ’90, giudicate un episodio troppo vecchio per essere preso in considerazione, mentre per le altre accuse quelle di altre due donne – un’aspirante attrice che afferma di essere stata violentata nel marzo 2013 e un’ ex assistente di produzione cinematografica e televisiva, Mimi Haleyi, che afferma di avere fatto forzatamente sesso orale con Weinstein, nel marzo 2006, il verdetto di colpevolezza è unanime. Weinstein, che continua a sostenere che tutti gli incontri sessuali erano consensuali, in questo processo si deve difendere da 5 accuse di abusi sessuali. Per condannare Weinstein di aggressioni sessuali non consensuali, i giurati devono concordare due cose: che Weinstein abbia violentato o eseguito forzatamente il sesso orale su Sciorra, come sostiene, e che abbia commesso precedentemente uno degli altri reati che gli sono stati contestati, ossia uno stupro (quello presunto della Sciorra) oppure un altro crimine sessuale.
Per giudicare il caso della Sciorra, essendo il più vecchio, il lavoro dei giurati è stato molto più faticoso, perché ha previsto un maggiore controllo incrociato di informazioni, delle email inviate da Weinstein alla Sciorra successivamente, comprese quelle dell’agenzia di spionaggio israeliana privata presumibilmente ingaggiata da Weinstein per incastrare la sua vittima e provare a suo dire la sua innocenza. Un altro passo falso di Weinstein per la Sciorra, che dopo oltre 25 anni ricorda tutt’oggi “l’orribile giorno in cui Weinstein si presentò inaspettatamente alla porta del suo appartamento a Manhattan prima della fine del 1993 o all’inizio del 1994 costringendola a letto e aggredendola”. Molti sono coloro che hanno criticato la giuria che ha chiesto un po’ di tempo in più per decidere perché uno stupro, una violenza sessuale, resta un atto indelebile nella memoria della vittima per tutta la vita e il fatto che sia avvenuto molti anni prima rispetto agli altri atti di violenza, non dovrebbe cambiare la sostanza delle accuse nei confronti di Weinstein. Tra l’altro la Sciorra rispetto alle altre vittime che dopo le presunte violenze hanno mantenuto rapporti con Weinstein continuando a vederlo, non ha mai più visto l’ex magnate di Hollywood e tra loro dopo c’è stato solo uno scambio di email. Il caso della Sciorra divenne pubblico grazie al The New Yorker che nell’ottobre 2017 venne informato dall’attrice Rosie Perez, di quanto era accaduto alla sua ex collega. Weinstein venne arrestato nel maggio del 2018, ma all’epoca non finì in carcere per l’aggressione alla Sciorra che solo successivamente si aggiunse ai capi di accusa.
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