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ASSANGE A MAGGIO IL VERDETTO SULL’ESTRADIZIONE


Un cartello delle proteste organizzate fuori dal tribunale contro l’estradizione di Assange
(Foto AP / Matt Dunham)

di Debbie Parker

Oggi è iniziato il processo nei confronti di Julian Assange a Londra nel corso del quale si dovrà decidere se dire no oppure assecondare la richiesta di estradizione statunitense contro il fondatore di WikiLeaks. La resa dei conti in tribunale arriva dieci anni dopo che WikiLeaks ha fatto infuriare le autorità americane pubblicando una serie di documenti militari in possesso del Pentagono sui quali c’era il sigillo top secret . Assange è stato incriminato negli Stati Uniti con 18 accuse dai pubblici ministeri che affermano che con l’analista dell’intelligence dell’esercito americano Chelsea Manning abbia hackerato un computer del Pentagono per impossessarsi di centinaia di migliaia di file segreti sulle guerre in Iraq e Afghanistan. Le autorità statunitensi affermano che le attività di Wikileaks mettono in pericolo la vita americana. Assange sostiene che agiva come giornalista con il diritto alla protezione del Primo Emendamento e afferma che i documenti trapelati hanno messo in luce illeciti militari commessi dagli USA. Tra i file pubblicati da WikiLeaks c’era il video di un attacco di un elicottero Apache del 2007 da parte delle forze americane a Baghdad che provocò la morte di 11 persone, tra cui due giornalisti di Reuters. La saga legale di Assange è iniziata nel 2010, quando è stato arrestato a Londra su richiesta della Svezia, che voleva interrogarlo sulle accuse di stupro e violenza sessuale denunciate da due donne. Lui all’epoca si rifiutò di andare a Stoccolma, dicendo di temere l’estradizione o la consegna illegale negli Stati Uniti o nel campo di prigionia americano nella baia di Guantanamo, a Cuba e nel 2012, cercò rifugio all’interno dell’ambasciata ecuadoriana, dove era fuori dalla portata delle autorità britanniche e svedesi. Per sette anni Assange ha condotto un’esistenza isolata e sempre più surreale nella piccola ambasciata, dove viveva in un mini appartamento. L’ospitalità ebbe fine nell’aprile 2019. Così Assange senza più coperture diplomatiche (e anche perché non aveva pagato alcuna cauzione per guadagnarsi la libertà nel 2012) venne immediatamente arrestato dalla polizia britannica. Stamattina Assange dalla prigione di Belmarsh di Londra dove si trova da circa 11 mesi in attesa di una decisione sulla richiesta di estradizione negli Stati Uniti è entrato nel tribunale numero 2 della Woolwich Crown Court per essere interrogato dal giudice Vanessa Baraitser che ha oltre a lui dovrà ascoltare le discussioni degli avvocati che rappresentano le autorità statunitensi, che vogliono processare Assange con accuse di spionaggio che comportano una pena massima di 175 anni di carcere.

(Foto AP / Matt Dunham)

Per i suoi sostenitori in tutto il mondo, Assange rimane un eroe. Ma molti altri criticano il modo in cui WikiLeaks ha pubblicato documenti classificati senza redarre dettagli che potrebbero mettere in pericolo le persone. Il caso di estradizione dovrebbe risolversi fino a maggio. Ovviamente chi perderà potrà giocare la carta dell’appello. Il caso arriva in un momento delicato per le relazioni transatlantiche. Il Regno Unito ha lasciato l’Unione Europea ed è desideroso di stringere un accordo commerciale con gli Stati Uniti. Questo aspetto non dovrebbe pesare ovviamente su giudizio del giudice, l’unica cosa certa ad oggi è che il parere finale dei giudici inglesi sarà quello definitivo.

(Foto AP / Matt Dunham)
(Foto AP / Matt Dunham)


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